Un’operatrice sanitaria del Countess of Chester Hospital, nel nord ovest dell’Inghilterra, è stata arrestata con l’accusa di aver provocato la morte di otto neonati.
Il fermo della donna avviene nel corso di una delicata indagine che sta facendo luce sull’inspiegabile decesso di 17 bambini e su 15 collassi infantili non mortali, avvenuti tra il 2013 e il 2016.
L’inchiesta sul Countess of Chester Hospital è partita a maggio dello scorso anno
Una donna che lavora da anni in un ospedale del Chester, a nord ovest dell’Inghilterra, è stata arrestata per aver causato la morte di otto neonati e aver attentato alla vita di altri sei.
La tragica vicenda è emersa in questi giorni dalle principali testate giornalistiche britanniche. Secondo quanto riportato in una dichiarazione rilasciata al Guardian dall’ispettore di polizia, Paul Hughes, l’inchiesta è partita a maggio dello scorso anno e sta facendo luce su 15 malori infantili e 17 morti all’apparenza inspiegabili.
Nello specifico hanno perso la vita due neonati nel 2013, tre neonati nel 2014 e ben dodici bimbi tra il 2015 e il 2016.
Le generalità dell’operatrice sanitaria non possono essere ancora rivelate
Identità e ruolo professionale della donna arrestata non possono essere ancora rivelati poiché la delicata indagine è ancora in corso, ma l’operatrice è la principale indagata dei terribili infanticidi.
Il Royal college of pediatrics and child health, con una dettagliata relazione sull’efficienza del Countess of Chester Hospital, ha fornito alle forze di Polizia sufficiente materiale per far scattare le indagini sul personale del reparto di Neonatologia.
Da cinque anni infatti pare che gli operatori non prendano più in carico i neonati prematuri e mostrino gravi lacune organizzative e professionali: scarso rispetto degli orari di turnazione, malcontento nei confronti dei superiori, resistenza al confronto tra colleghi e un tasso annuale di mortalità infantile decisamente eccessivo.
L’arresto dell’operatrice sanitaria rappresenta un grande punto di svolta nell’inchiesta e le forze dell’ordine inglesi continuano a lavorare senza sosta per rendere giustizia a questi diciassette piccoli angeli e alle loro famiglie, ancora oggi disperate e incredule.