Nel difficile momento che il nostro Paese sta attraversando a causa del coronavirus, una bellissima iniziativa si sta propagando in tutta Italia con i balconi addobbati con i disegni dei bambini che raffigurano gli arcobaleni colorati e la scritta “Andrà tutto bene”. Una iniziativa spontanea che ricorda quella delle bandiere tricolori all’epoca della vittoria dei mondiali di calcio.
L’Italia riscopre l’unità con i piccoli gesti
Un gesto semplice che serve a inculcare maggiore fiducia nelle persone e aiutarle a sperare in una soluzione positiva che porti l’Italia fuori dall’emergenza sanitaria che si sta vivendo ormai da settimane.
Un valido contributo che arriva dai bambini che con la loro spensieratezza e la voglia di giocare hanno disegnato degli arcobaleni colorati che poi sono stati appesi ai balconi in tutte le città e nei paesi italiani.
Un “virus” buono, da opporre a quello cattivo, che si sta espandendo sempre di più e che è nato nelle zone più colpite e che tramite i social sta raggiungendo una diffusione capillare.
Moltissime le foto che li ritraggono e che mettono in luce anche la fantasia dei bambini, e nessuno si fa problemi se altri copiano questa idea e prendono spunto per i loro arcobaleni da quelli già disegnati.
Come base sulla quale disegnare sono stati usati cartelli di varie misure e lenzuola, che fanno poi bella mostra di sé sui balconi di case singole, di condomini e di palazzi.
Il ruolo dei social nella lotta contro il coronavirus
Grazie ai gruppi Whatsapp la notizia dei disegni si è diffusa in modo esponenziale e molte mamme hanno immortalato i loro bambini in dei video nei quali sono all’opera, postandoli poi sui social accompagnati dall’hashtag #andràtuttobene.
In molti casi questi striscioni sono stati posizionati anche sulle siepi dei giardini dalla Lombardia alla Sicilia, contribuendo a lanciare un messaggio positivo a tutti gli italiani.
In molti post si legge che questa iniziativa “ludica” serve per mettere del “colore” a contrastare il grigio che sta intorno alle persone, sia quelle che stanno in casa che quelle impegnate per combattere l’emergenza. In questo modo si ottiene anche lo scopo, non secondario, di distrarre durante le lunghe giornate, i bambini piccoli, abituati invece a uscite quotidiane.