Nessuna relazione genitori-figli è semplice, ci si scontra con mille problematiche e spesso si è sopraffatti dalle opzioni e dalle mille variabili. Eppure c’è sempre di peggio, non dimentichiamolo mai. Parliamo ad esempio della situazione di ben 70mila bambini, che hanno almeno uno dei genitori in carcere e vanno a trovarli in uno spazio così triste e frustrante, per loro incomprensibile, scandito da regole e orari, guardie e divieti.
Tempo di qualità tra figli e genitori detenuti
Un paio d’ore, una volta a settimana, é quanto di meglio il figlio di un carcerato può sperare. Alcuni istituti penitenziari in Italia offrono spazi appositi quali ludoteche e addirittura spazi all’aperto per la bella stagione. I volontari del progetto Bambini e Carcere di Telefono Azzurro si occupano di queste situazioni. Non é facile mediare perché spesso i bambini non comprendono le dinamiche e si innervosiscono durante la lunga attesa o le tempistiche burocratiche, e rendere il poco tempo a disposizione un tempo di qualità diventa davvero complesso.
Altre opzioni, nidi e Icam
Esistono altre opzioni, per quanto rare, complesse e di difficile gestione. Solo una cinquantina di bambini tra 0 e 6 anni ha la possibilità di vivere con la madre detenuta nei cosiddetti nidi, mentre solo cinque strutture in tutta Italia sono gli Icam, istituti a custodia attenuata per madri detenute, dove i bimbi vivono con la mamma in una sorta di appartamento che però é un carcere a tutti gli effetti e sottosta alle regole dello stesso, tra orari, visite, e reale detenzione senza possibilità di rapportarsi e interagire col mondo esterno. I bambini hanno l’occasione di frequentare l’asilo ma non possono uscire a meno che i volontari li portino fuori grazie a permessi speciali, cosa che accade comunque di rado. Il rischio di formare bambini che risultino in futuro alienati dal mondo reale, con difficoltà di socializzazione e scarse capacità relazionali, rimane purtroppo molto alto.