In vista della Giornata Mondiale della Prematurità del 17 novembre è stata presentata la prima indagine nazionale sui servizi di Follow-up del neonato pretermine e/o a rischio. In quasi tutte le TIN (“Terapie Intensive Neonatale”) è presente un servizio di follow-up per i prematuri attivo da almeno 5 anni.
I neonati che rientrano nel follow-up sono quelli nati prima del termine di 32 settimane o quelli di peso inferiore ai 1500 g. Gran parte dei centri include anche neonati con lesioni neurologiche, piccoli, con patologie genetiche o chirurgiche o asfittici.
L‘indagine nazionale, realizzata con la collaborazione tra ISS (“Istituto Superiore di Sanità”), SINPIA (“Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza”) e SIN (“Società Italiana di Neonatologia”) ha preso in esame diversi centri di follow-up per fare il punto sulla situazione italiana.
Dai dati è emerso che l’80% dei servizi è sovvenzionato dal SSN, mentre il restante riceve anche finanziamenti da parte di associazioni o enti privati.
I dati emersi dallo studio
L’indagine conferma l’importanza dell’equipe medica interdisciplinare. Lo staff, più o meno nella metà dei casi, è formato da un neonatologo, un neuropsichiatra infantile e un infermiere. Alcuni centri mettono a disposizione psicologi, fisioterapisti, logopedisti, pediatri ed un fisiatra.
Delle strutture che effettuano il follow-up, solo il 15% garantisce assistenza fino i 6 anni, mentre soltanto il 5% prolunga l’assistenza oltre questa età e questo rappresenta una delle principali carenze di questo servizi.
Ulteriori criticità riguardano l’assenza di un network strutturato e stabile che mantenga una connessione tra i servizi del follow-up e gli altri professionisti della stessa area con appena l’8% dei centri che lavorano in linea con altri servizi simili.
Infine, la mancanza di un neuropsichiatra infantile, non sempre presente nelle equipe del follow-up, è un’altra grave carenza.
Quasi tutte le TIN prese in esame seguono il calendario dei controlli previsti dal programma. I centri possiedono quasi tutti sale d’attesa, sale per visite pediatriche e circa la metà dispone di ambienti per effettuare visite specialistiche e colloqui con le famiglie.
Follow up prematuri: verso un sistema più completo
Nonostante un quadro generale positivo, ai follow-up spesso mancano servizi relativi al monitoraggio delle aree emergenti, spesso responsabili di problemi legati allo spettro acustico o di disturbi comportamentali e/o linguistici.
Questa mancanza deriva principalmente dal fatto che la maggioranza dei centri follow-up conclude il programma intorno ai 3 anni di vita del bambino, mentre queste problematiche tendono a manifestarsi spesso in età più avanzata.
Per questa ragione sarebbe fondamentale la presenza di un neuropsichiatra infantile all’interno di ogni centro di assistenza follow-up. In questo senso, i centri si stanno muovendo dichiarando che uno dei principali obiettivi dell’ISS è proprio quello di andare ad integrare eventuali figure mancanti nei centri follow-up che ne hanno necessità.
In questo modo il servizio potrà garantire a bambini e famiglie una maggiore efficacia. Nonostante queste problematiche, comunque, il servizio di follow-up resta comunque un’eccellenza a livello nazionale. La speranza è che si continui ad investire in questo supporto per offrire un servizio sempre più completo e utile sia ai genitori che ai propri bambini.