Molte coppie desiderano avere un figlio, ma la cosa non sempre si rivela facile e le aspiranti madri lo sanno; occorre infatti prepararsi al concepimento e, a volte, verificare se questo sia avvenuto tramite gli appositi test di gravidanza, che si trovano comunemente in farmacia e in alcuni supermercati. Il risultato, positivo o negativo che sia, non è sempre di facile interpretazione. Vediamo dunque come funziona un test di gravidanza urinario e perché questo può dare dapprima un risultato positivo e poi negativo.
Test di gravidanza: come capire il falso positivo e falso negativo
Il test misura l’ormone Beta HCG presente nell’urina ed è in grado di fornire un risultato affidabile al 99%: l’HCG infatti viene prodotto solo dalle donne in gravidanza e la sua presenza nell’urina è inequivocabile. Tuttavia, la presenza di sangue nelle urine o l’assunzione di alcuni farmaci potrebbero dare luogo ad un falso positivo. Viceversa, un’infezione alle vie urinarie, l’inizio di una gravidanza extrauterina o l’urina troppo diluita (perché si è bevuto molto), può dare un risultato di falso negativo. Per ottenere una maggiore certezza conviene sempre usare un terzo test a distanza di giorni: potrebbe infatti trattarsi di un falso negativo che si verifica quando il livello di HCG nelle urine è ancora molto basso nonostante sia in corso una gravidanza. Un ulteriore fattore di errore può essere ovviamente la cattiva esecuzione del test stesso, per questo è sempre utile seguire attentamente le istruzioni sul foglio illustrativo.
Ripetere il test di gravidanza dopo qualche giorno e scontrarsi con un esito negativo potrebbe, nel peggiore dei casi, essere dovuto a un aborto spontaneo, fenomeno che colpisce circa il 20% delle donne e si può manifestare attraverso perdite di sangue e dolori simili a quelli mestruali, nel caso si sospetti il cosiddetto “microaborto” la cosa migliore da fare sarebbe contattare il proprio medico di fiducia e vedere come procedere per tentare un ulteriore gravidanza.
La gravidanza chimica: quando l’ovulo fecondato non riesce a impiantarsi
C’è infine un’ultima opzione, quella della “gravidanza chimica” ovvero il caso in cui, effettivamente, sia avvenuta la fecondazione dell’ovulo, ma questo non sia riuscito ad impiantarsi e sia stato quindi espulso tramite il normale ciclo mestruale. Questo fenomeno, che risulta in ogni caso più simile alle comuni mestruazioni piuttosto che ad un aborto spontaneo, sebbene non abbia grandi conseguenze fisiche per l’aspirante madre, può essere causa di stress, fattore che potrebbe influenzare possibili gravidanze future (lo stress è fra le cause di aborto spontaneo più comuni), in questo caso conviene non angosciarsi e continuare serenamente a cercare la maternità che tanto si desidera. La “gravidanza chimica” è un fenomeno abbastanza comune (secondo gli esperti, circa il 70% dei concepimenti finisce nel nulla) e molte donne non si accorgono nemmeno di averla vissuta, essa non pregiudica in ogni caso la possibilità di rimanere incinta di nuovo, ed è il modo in cui la si affronta a fare la differenza.
I test, nonostante la percentuale di errore, bassa anche se non trascurabile, rimangono un utile strumento per chi cerca la gravidanza. Effettuatene sempre più di uno e se in dubbio su “falsi negativi” ricorrete all’analisi del sangue.
Buongiorno! Il 17 febbraio ho avuto un contatto non protetto e una settimana dopo mi ha iniziato dolori al seno! Ho fatto 4 test tutti negativi e quello del sangue anche quello negativo! Il 28 ho fatto la ecografia transvaginala e non si è vista nessuna gravidanza! Però il seno continua a farmi male! Ho avuto le mestruazioni il 4 di marzo e anche il 28 di marzo! Secondo a lei posso essere incinta o perché continuo ad avere dolori ai seni?