L’epatite neonatale, che è una patologia infiammatoria a carico del fegato, generalmente si manifesta entro i 2 mesi dalla nascita. Scopriamo insieme di cosa si tratta, quali sono le cause e quali sono le terapie più indicate cui deve essere sottoposto il lattante.
Epatite neonatale: spesso trasmessa al feto prima della nascita
L’epatite neonatale nel 20% dei casi viene trasmessa dalla gestante al feto prima della nascita oppure subito dopo il parto. A determinare questa condizione patologica sono i seguenti virus:
1 – HAV, ovvero il virus dell’epatite A
2 – HBV, ovvero il virus dell’epatite B
3 – HBC, ovvero il virus dell’epatite C
4 – CMV, ovvero il citomegalovirus appartenente alla famiglia degli Herpesvirus
5 – il virus della rosolia
Ricordiamo, inoltre, che i bambini affetti da epatite neonatale possono trasmettere la malattia alle persone che entrano in contatto con loro.
Principali sintomo dell’epatite neonatale
I soggetti affetti da epatite neonatale, in genere, si sviluppano poco in peso e in altezza, presentano una caratteristica colorazione giallastra della pelle e degli occhi (ittero), hanno il fegato e la milza ingrossati, le loro feci sono chiare, le urine sono scure, sono particolarmente irritabili e sviluppano con estrema facilità edemi.
Qualora le analisi del sangue non rilevino la presenza di un virus, è necessario procedere con una biopsia epatica.
La cura per l’epatite neonatale
La terapia per l’epatite neonatale è sintomatica, ovvero è finalizzata a ridurre i sintomi; non esiste, infatti, un trattamento specifico per questa condizione patologica.
Nel caso in cui si tratti di epatite causata dall’HAV, essa potrebbe risolversi nel primo semestre di vita del bambino, senza strascichi d sorta. Per quanto riguarda, invece, l’epatite causata da HBV e HCV è più probabile che essa si trasformi in una patologia cronica, che deve essere tenuta sotto controllo per tutta la vita.