Oltre ad aiutare i poccoli nella socializzazione e nell’automia, gli asili nido sono spesso una soluzione indispensabile per i genitori che lavorano e che non hanno la possibilità di avere a disposizione i nonni.
Eppure, s econdo un’indagine della CGIL, solo un bambino su 4 trova posto negli asili nido pubblici o privati. econdo un’indagine della CGIL, solo un bambino su 4 trova posto negli asili nido pubblici o privati. Lo studio ha infatti evidenziato una preoccupante carenza di posti, che non riescono a garantire iscrizioni per tutti i bambini sotto i 3 anni.
Uno studio allarmante: troppi respinti negli asili
Con l’inizio di settembre i bambini si preparano al rientro tra i banchi dell’asilo o della scuola. Purtroppo questa cosa non riguarderà tutti i piccoli italiani: stando ad un recente studio analitico della CGIL addirittura un milione di bambini è stato respinto al momento dell’iscrizione all’asilo nido.
Una carenza di posti eccessiva e che non garantisce la giusta istruzione ai più piccoli. Le cause sarebbero da ricercare nella mancanza di personale che possa effettivamente occuparsi dei bambini negli asili.
In più c’è stato un esoso aumento dei costi per gli asili privati, che spinge molti genitori a desistere dall’iscrizione dei propri piccoli al nido. Una situazione che porta notevoli disagi alle mamme lavoratrici e per la quale è stato anche chiesto un intervento del Governo.
I numeri della CGIL
Nel 2016-2017 la CGIL ha censito sul territorio italiano oltre 13.000 servizi educativi per i più piccoli. Di questi ben 11.000 sono asili nido. Un’accoglienza possibile per circa 354.000 bambini per un totale del 24% del bacino d’utenza potenziale.
Numeri non propriamente elevati e che risultano essere ancor più allarmanti per via del divario tra Nord e Sud. Ancora netta la differenza tra le due zone dell’Italia: nelle regioni settentrionali il parametro di copertura arriva anche al 33%, mentre in quelle meridionali si è ancora ben lontani da questo numero.
La soluzione secondo la CGIL non può che essere quella di incrementare gli investimenti sulla scuola e soprattutto per fare in modo che venga garantito un posto a tutti i bambini.
Il Ministero della Pubblica Istruzione si sta muovendo già in tal senso: a partire dall’anno scolastico 2020-2021 potrebbero esserci delle novità a partire dall’ampliamento del personale didattico.