Mangiare è un’esperienza apparentemente semplice, ma in realtà è molto più complessa di quanto sembra: oltre alla biochimica coinvolge istinti, emozioni e affetti.
Fin dalla nascita, alimentare il proprio piccolo implica inseparabilmente fattori psichici e fattori fisici: il bambino, infatti, oltre al latte – e successivamente al cibo – dalla sua mamma “riceve” anche gli stati d’animo che questa prova.
Il cibo, dunque, non è solo nutrizione ma anche relazione, e l’esperienza alimentare rappresenta un indicatore importante della qualità della relazione tra mamma e figlio.
Gli psicologi di FoodNet (il primo progetto di prevenzione primaria dei disturbi alimentari in Italia, nato all’interno dell’Associazione per la Ricerca in Psicologia clinica ARP di Milano) hanno indagato le dinamiche psicologiche che si instaurano nelle fasi più precoci della relazione tra madre e bambino, con particolare focus sulla qualità delle emozioni in gioco.
La loro lunga esperienza nella cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare ha permesso di costatare che è possibile ricostruire, insieme alle madri di coloro che soffrono di una difficoltà con l’alimentazione, le dinamiche emotive che si sono sviluppate nelle prime fasi di vita e risalire all’origine del disturbo dell’alimentazione, individuando nella storia delle persone che hanno un DCA un disturbo relazionale precoce che ha creato una specifica difficoltà con l’alimentazione.
Che relazione hai con il tuo bambino?
Nell’interazione con il proprio bambino, il più delle volte una mamma si sente serena e appagata, ma può anche succedere che sperimenti sentimenti negativi e difficili da gestire, come disagio, irritazione, difficoltà o addirittura timore.
Gli stati d’animo che una donna sperimenta al contatto con il proprio bambino possono essere molto diversi e connessi a tanti elementi: com’è trascorsa la gravidanza, quanto doloroso o traumatico è stato il parto, a chi assomiglia il figlio, come si comporta (è un bambino pacato e facile da gestire oppure è agitato, inconsolabile?), come e quanto mangia, ecc…
Il piccolo, anche se appena nato, percepisce tutto ciò che accade intorno a sé e reagisce attraverso gli unici strumenti che ha a disposizione: mangiare poco o tanto, dormire o non dormire, piangere o sorridere.
Proprio a partire dal tipo di comportamenti del bambino possono avviarsi in modo circolare reazioni diverse da parte della neomamma, che a sua volta si approccerà al figlio con animo sereno o turbato, fiducioso o spaventato.
Per esempio, alcune mamme rispondono con tranquillità ai mutevoli comportamenti del loro bambino, consapevoli che i momenti di tensione lasceranno spazio a dinamiche più positive quando ci sarà una calma maggiore, altre invece reagiscono con grande preoccupazione, ansia, oppure usando – anche inconsapevolmente – il cibo come premio o punizione, o a anche come calmante.
Cosa succede intorno a te e tuo figlio?
Mentre si è mamme e genitori, il mondo e la vita vanno avanti, e le tante cose che accadono intorno a noi spesso alterano il nostro umore e la possibilità di dedicarci al nostro bambino in modo completamente neutro come vorremmo.
Sono innumerevoli i motivi in grado di creare tensioni esterne, rendendo i genitori apprensivi, arrabbiati, preoccupati o tristi: per esempio, una crisi coniugale, un’insicurezza sul lavoro, divergenze sullo stile educativo, o ancora problemi personali come una malattia, un lutto, oppure una difficoltà intima.
A volte, troppo spesso, queste emozioni finiscono per coinvolgere la coppia e l’intera famiglia, quindi anche i bambini, e per invadere i confini della relazione madre-figlio.
Che idea hai di te, come mamma?
Nei disturbi del comportamento alimentare conclamati (che avranno esordio molti anni dopo, solitamente durante gli anni dell’adolescenza) si può ricostruire e risalire a un significativo disturbo nell’interazione precoce con la mamma che ha coinvolto il contatto corporeo e la nutrizione, spesso con un’insorgenza entro il terzo mese di vita del bambino, che è in grado di strutturare un disturbo relativo al Sé corporeo e all’alimentazione.
L’idea che una donna ha su se stessa come Madre, rispetto al modello mentale di come “dovrebbe essere” una buona mamma è fondamentale.
Ogni mamma, soprattutto alla prima maternità, tende a monitorare se stessa con pensieri come: “Come me la sto cavando, come Mamma? Sto procedendo bene rispetto a come dovrei essere, e alle altre mamme del mondo?”.
Quando le cose con il proprio bambino vanno bene, dopo pochi mesi questi “test” spariscono in modo naturale, lasciando spazio a modalità spontanee e personali di sperimentare la propria maternità. Se la donna sperimenta invece difficoltà o problemi, è possibile che quel confronto diventi negativo, e compaiano disagio e senso di inadeguatezza come Madre.
Diventa in questi casi molto importante indagare e capire se quella mamma si sente aderente al modello che ha in mente, in cosa si rimprovera o critica e quanto si senta approvata o giudicata dagli altri nel proprio ruolo. In particolare, l’allattamento è un momento molto delicato che può provocare nella mamma emozioni intense, a volte pesanti e disturbanti, che possono dare luogo a sentimenti di colpa e di disagio – e che possono strutturare più avanti un disturbo che coinvolge l’alimentazione.
A chi puoi rivolgerti per parlare di come ti senti?
Sicuramente il pediatra ha uno spazio privilegiato da cui osservare la componente emotiva e cogliere alcuni segnali precoci di disturbo. Può̀ e deve avere un ruolo importante nell’azione di prevenzione dei disturbi alimentari non solo in adolescenza e in età adulta, ma anche e soprattutto in infanzia.
Ma a volte non basta, per questo è molto importante rivolgersi anche a centri o associazioni come FoodNet, specializzati in disturbi del comportamento alimentare. Per esempio FoodNet, attraverso il suo portale web, offre uno spazio personale di ascolto a cui potersi rivolgere per consulenze gratuite online con professioni esperti di DCA.
Il team che modera le consulenze è composto da un’équipe di professionisti specificatamente formati sui DCA come psicologi, pediatri, psicoterapeuti specializzati in età evolutiva, neuropsichiatri e medici nutrizionisti, perché questo genere di disturbi necessita di un approccio integrato e multidisciplinare.
Oggi, in Italia e nel mondo, i disturbi alimentari sono una vera e propria epidemia sociale: sono oltre 3 milioni le persone che ne soffrono nel nostro Paese, almeno 300 mila sono bambini tra 8 e 12 anni. È fondamentale giocare d’anticipo, con una prevenzione che parta dai più piccoli, fin dalle scuole elementari.
Questo è esattamente quello che fa FoodNet: questo progetto organizza interventi di prevenzione nelle scuole primarie per sviluppare la consapevolezza del forte legame tra cibo ed emozioni nei bambini. Per realizzare ancora tanti altri interventi di prevenzione ha lanciato una campagna di raccolta fondi sulla piattaforma di crowdfunding Produzioni dal Basso.
Il progetto FoodNet investe su un futuro improntato al benessere e chiede sostegno alla rete come risorsa nell’azione di prevenzione dei Disturbi del Comportamento Alimentare, perché #prevenireèmegliochecurare.