Nel Congo gruppi di malviventi sequestrano i bambini e chiedono il riscatto alla famiglia. Ladri di bambini. Sembra il titolo di un film ma, purtroppo, è ciò che sta accadendo in Congo e non la messa in atto di un copione. È la cruda realtà che sta indignando il mondo.
Gruppi di malviventi sequestrano i bambini nei villaggi e chiedono il riscatto alla famiglia.
Questa atrocità, in sei mesi, si è già verificata per 97 bambini. Ad aggravare il reato già di per sé gravissimo è la richiesta di cifre astronomiche per le famiglie povere congolesi.
L’ultimo caso segnalato è quello di Josefat, un bambino di 8 anni, sottratto alla sua famiglia da rapitori senza scrupoli e costretto a chiamare mamma Bridgette per dirle che se non paga il riscatto lo uccideranno.
Parole strazianti, pronunciate singhiozzando da Goma – capitale del Nord Kivu – e giunte all’orecchio della madre come uno sparo che non lascia scampo. La vita di suo figlio vale 6 mila dollari, una somma praticamente impossibile da racimolare per una madre sola con altri 4 figli piccoli da far sopravvivere.
Il pianto del piccolo Josefat si fa straziante. I suoi rapitori gli stanno tagliando un orecchio. Non hanno nessuna pietà. Cosa può fare Bridgette, senza lavoro, senza nessuno a cui chiedere aiuto? I ladri di bambini lo sanno che una mamma è disposta a fare tutto pur di salvare la vita al proprio figlio e quando il contesto è così tremendamente disperato fare di tutto significa anche toccare il fondo.
Mentre in Congo si consuma questa tragedia e le famiglie vivono nel costante terrore che – prima o dopo – tocchi anche ai propri figli, il mondo resta a guardare. La Dichiarazione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia sembra uscirne sconfitta. Presto l’opinione pubblica dimenticherà questa notizia ma altri bambini – come Josefat – continueranno ad essere sequestrati e torturati, altri genitori consumeranno tutte le loro lacrime, altre vite saranno spezzate per sempre.