Cerchiamo di capire meglio in cosa consiste il diabete in età pediatrica, come si manifesta e come si interviene, insieme al Dottor Edoardo Farinelli, pediatra ed endocrinologo, di MioDottore.
Che cos’è il Diabete
Il diabete mellito è una malattia cronica che può esordire a qualsiasi età della vita.
Esso è caratterizzato dal riscontro di iperglicemia (ossia una concentrazione elevata di zuccheri nel sangue), dovuta a una ridotta capacità dell’organismo di metabolizzare (ossia utilizzare come fonte di energia) gli zuccheri che si assumono con la dieta e che, tramite il processo di digestione e assorbimento intestinale, raggiungono il torrente sanguigno.
L’iperglicemia è definita tale quando, a digiuno completo, si riscontra una concentrazione di zuccheri nel sangue superiore a 100mg/dL.
Nel diabete mellito, l’iperglicemia è una condizione derivante da un meccanismo alterato che impedisce alle cellule di assorbire e pertanto di utilizzare i carboidrati (ovvero gli zuccheri) presenti nel sangue.
Tutte le cellule dell’organismo necessitano infatti di zuccheri, come anche di ossigeno e altri elementi, per funzionare correttamente. Mentre l’ossigeno e gli altri elementi entrano nella cellula per semplice diffusione attraverso la parete cellulare (la attraversano come fossero fantasmi che attraversano un muro), le molecole di zucchero vengono assorbite o meglio trasportate all’interno della cellula grazie all’intervento di un ormone chiamato “insulina”, prodotto dal pancreas.
I 4 tipi di diabete più frequenti nei bambini
Nel paziente diabetico, lo zucchero che viaggia nel sangue non riesce a penetrare nelle cellule per via principalmente della carenza di insulina (diabete tipo 1) o di una ridotta sensibilità della cellula a questo stesso ormone (diabete tipo 2) oppure ancora per altre condizioni in cui si associa sia una ridotta sensibilità che una certa carenza di insulina (ad esempio nel diabete MODY).
L’iperglicemia cronica provoca un progressivo danno a quasi tutti gli organi del nostro corpo, come a reni, occhi, cuore, muscoli e cute. L’alta concentrazione di zucchero danneggia irrimediabilmente il microcircolo, ovvero la circolazione di sangue che avviene a livello microscopico, tra cellula e cellula, di ogni tessuto.
Senza un normale microcircolo, il tessuto va incontro a progressiva degenerazione e di conseguenza l’organo a progressiva perdita di funzione.
Diabete di tipo 1: cause, sintomi, trattamento
Nei bambini il tipo di diabete più frequente è in assoluto quello di tipo 1, dovuto a carenza di insulina.
La carenza si verifica a seguito di un processo auto-immune di distruzione delle cellule del pancreas che producono appunto l’insulina.
In altre parole, nel bambino diabetico, il sistema immunitario che normalmente attacca e distrugge virus e batteri, agisce in modo anomalo attaccando e distruggendo le cellule del pancreas (cellule Beta), che producono l’insulina, portando così alla carenza di questo indispensabile ormone.
Senza l’insulina, le cellule del corpo non possono utilizzare lo zucchero, nonostante vi si trovino praticamente immerse. Senza poter utilizzare lo zucchero le cellule del corpo soffrono e quindi muoiono. Il diabete di tipo 1 è, di conseguenza, una malattia pericolosa e addirittura mortale, se non trattata.
I sintomi del diabete tipo 1 esordiscono tipicamente con malessere, eccessiva sete e frequenti minzioni urinarie. I sintomi, che possono essere inizialmente sottovalutati, progrediscono rapidamente poi con vomito, disidratazione, debolezza muscolare, confusione mentale, alterazioni dello stato di coscienza fino al coma e infine arresto cardiaco.
Il trattamento della malattia, un tempo mortale, è possibile grazie alle somministrazioni di insulina sottocute a ogni pasto mediante siringhe predosate o mediante i nuovissimi e rivoluzionari microinfusori che regolano in automatico la dose di insulina necessaria.
Diabete di tipo 2: cause, sintomi, trattamento
Il tipo più frequente (95%) di diabete mellito è però quello che colpisce i pazienti adulti, in particolare obesi, ed è il diabete di tipo 2.
A differenza del tipo 1, nel diabete di tipo 2, l’iperglicemia è derivante da una scarsa attività dell’insulina e non da carenza della stessa; anzi spesso i livelli di insulina sono più elevati del normale.
L’insensibilità all’insulina e la conseguente ridotta utilizzazione del glucosio da parte delle cellule sono determinate da una progressiva perdita di efficacia dell’ormone nei confronti delle cellule.
L’insulina viene infatti normalmente secreta in circolo dopo ogni pasto, piccolo o grande che sia, ma un paziente obeso, mangiando troppo spesso e in particolare ingerendo cibo con alto indice glicemico, produce e immette in circolo insulina di continuo.
In questo modo, le cellule del suo corpo si “abituano”, a poco a poco, a livelli costantemente elevati di insulina e smettono progressivamente di rispondere alla secrezione pancreatica di questo ormone.
Rispetto al tipo 1, il diabete di tipo 2 è però molto meno pericoloso poiché l’insulina è comunque presente e in grado di svolgere una discreta azione sulle cellule, anche se ridotta.
Le cellule di un paziente con diabete di tipo 2 riescono a metabolizzare lo zucchero, anche se non perfettamente, e a sopravvivere.
I sintomi del diabete di tipo 2 possono esordire con sete e minzioni frequenti, ma la malattia è diagnosticata per lo più in occasione di un esame di controllo delle urine, in cui si riscontra presenza dello zucchero, o di un esame del sangue, che rileva l’iperglicemia.
A differenza del diabete di tipo 1, non si ha sofferenza cellulare acuta con rischio di vomito, acidosi, alterazioni della coscienza. Nel diabete di tipo 2, i problemi sono prevalentemente causati dallo stato iperglicemico e dalla conseguente alterazione del microcircolo e si instaurano lentamente nel corso degli anni.
Essi comprendono tipicamente: danni oculari con riduzione della vista, neurologici con perdita di sensibilità delle estremità, dermatologici con ridotta capacità di guarigione delle ferite e aumentato rischio di infezioni cutanee (che possono progredire fino a portare alla gangrena, ovvero al famigerato piede diabetico), renali con progressiva insorgenza di insufficienza renale, problemi cardiaci e di numerosi altri organi.
Oggi il diabete di tipo 2 è di solito abbastanza ben gestibile grazie a farmaci in grado di aumentare la sensibilità delle cellule all’insulina o farmaci in grado di potenziarne l’azione. Una dieta adeguata, povera di zuccheri e ricca di fibre, associata a una regolare attività fisica sono altri interventi in grado di migliorare nettamente la prognosi di questo tipo di patologia che, se ben controllata, non necessita di solito di somministrazioni di insulina.
MODY (Maturity Onset Diabetes of the Young): cause, sintomi, trattamento
Oltre al diabete di tipo 1 e di tipo 2, esiste una rara forma di diabete simile al tipo 2 per alcune caratteristiche (non autoimmune, lenta progressione) e al tipo 1 per altre (insorgenza nei giovani, necessità di insulina per il trattamento), chiamata MODY (Maturity Onset Diabetes of the Young).
Le caratteristiche necessarie per la diagnosi di MODY sono: diabete che insorge prima dei 25 anni; diabete ereditario, presente nella famiglia; diabete che non necessita di insulina almeno nei primi due anni dalla diagnosi.
Diabete e SARS-COV-2
Sembra che avere il diabete di tipo 1 non aumenti il rischio di contrarre infezione da Covid, ma alcuni dati indicano che la progressione verso una malattia più grave da SARS-COV-2 è più frequente nelle persone con diabete.
Nella maggior parte dei paesi le raccomandazioni in tema di infezione da SARS-COV-2 includono le persone con diabete dentro la popolazione a rischio.
L’International Society of Pediatric and Adolescent Diabetes (ISPAD), riportando la voce degli Endocrinologi Italiani e Cinesi, afferma che non ci sono stati casi di SARS-COV-2 in bambini, adolescenti o giovani adulti con diabete, di età inferiore ai 25 anni, che hanno richiesto particolari cure o terapia intensiva.
Inoltre, i bambini con diabete non hanno mostrato un pattern di malattia differente se confrontati ai bambini senza diabete. Queste evidenze non devono in alcun modo far diminuire la necessità di sorveglianza dell’infezione SARS-COV-2 nei confronti di un bambino con diabete di tipo 1: qualsiasi malattia intercorrente rende il diabete di tipo 1 più difficile da controllare e può aumentare il rischio di scompenso metabolico acuto e di gravi complicanze per la salute del bambino.