Il 2023 si prospetta come un anno difficile da affrontare, soprattutto dal punto di vista economico, e il Governo si è attivato per aiutare le categorie maggiormente in difficoltà, come le famiglie numerose e quelle con reddito annuo particolarmente basso.
Come ogni anno, la detrazione per figli a carico può essere erogata sia per i figli minorenni che maggiorenni, sia se vivono sotto lo stesso tetto dei genitori che all’estero e anche in caso di genitori conviventi.
Scopriamo insieme cosa significa, come funziona e chi può richiederla.
Detrazioni per figli a carico: chi può richiederle?
La due condizioni essenziali per ottenere le detrazioni sono quelle di:
- avere un reddito che non supera un certo limite
- avere figli a carico.
Questo significa che il reddito annuo lordo dichiarato nel Modello 730 o nel Modello Unico deve essere pari a zero o inferiore a € 2.840,51 se i familiari a carico hanno più di 24 anni, o ancora, un reddito annuo lordo inferiore a € 4.000 con familiari a carico che non superano i 24 anni di età.
Ricordiamo che entrambi i valori del reddito si intendono al lordo degli oneri deducibili.
Inoltre, per ogni familiare a carico è possibile usufruire di un beneficio fiscale sull’Irpef e cioè di uno sconto percentuale su questa imposta.
È importante sottolineare che le detrazioni per figli a carico non devono essere confuse con l’assegno unico che viene erogato direttamente dall’Inps senza passare per la busta paga, varia in base al reddito indicato nell’Isee e al numero dei figli a carico.
Chi ha diritto alle detrazioni fiscali per figli a carico
Secondo le indicazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate, si ha diritto alle detrazioni fiscali per figli a carico:
- quando il richiedente è un lavoratore con familiari a carico senza alcun reddito o con un reddito annuo lordo inferiore a 2840, 51 euro
- se il familiare a carico ha un’età che supera i 24 anni o inferiore a 4000 euro se tale familiare ha più di 24 anni.
Insomma, più numerosi sono i familiari che si hanno a carico maggiore sarà la detrazione che spetta sull’imposta Irpef.
Attenzione, però, che per familiari a carico la legge intende non solo i figli naturali ma anche il coniuge, i figli affidati e quelli adottivi.
Mentre per quanto riguarda i fratelli, le sorelle, i genitori, i generi, le nuore e i suoceri, essi diventano familiari a carico solo se si riesce a provare che sono conviventi.
Si comprende bene in questa norma la differenza rispetto all’Assegno Unico, che ha invece la finalità di aiutare le famiglie numerose e non contempla anche gli altri familiari a carico.
L’età dei figli per poter accedere alle detrazioni
In via esemplificativa, una famiglia ha diritto alle detrazioni se i figli che ha a carico percepiscono un reddito inferiore ai 2.840, 51 euro, a prescindere sia dall’età che hanno, sia dal fatto che vivano in Italia o all’estero o infine, se sono conviventi o abitino da soli.
L’unico presupposto è che ogni figlio sia senza reddito o inferiore a quello indicato dall’Agenzia delle Entrate.
Un altro elemento da considerare è la possibilità di usufruire delle detrazioni per i figli anche se entrambi i genitori lavorano: in questo caso, ogni genitore avrà diritto a una detrazione del 50% su ciascun figlio.
Ciononostante, i coniugi possono stabilire di comune accordo di attribuire detta detrazione a uno solo di loro per una percentuali pari al 100%, scegliendo ovviamente il coniuge che percepisce il reddito maggiore.
Genitori separati legalmente
Nell’ipotesi in cui i coniugi risultino separati legalmente, essi possono accordarsi per attribuire l’intera detrazione al soggetto che ha il reddito più elevato, oppure decidere di dividerla a entrambi al 50%.
Se non vi è un accordo in tal senso, la detrazione al 100% viene attribuita al genitore affidatario e se l’affidamento è congiunto, viene ripartita al 50% tra loro.
In questo caso, il legislatore ha lasciato libertà di scelta ai genitori sulle modalità di utilizzo delle detrazioni, purché vi sia un accordo scritto che provi la volontà comune.
Genitore disoccupato
Quando uno dei genitori è impossibilitato a chiedere la detrazione per i figli a carico perché, ad esempio, è inoccupato, l’altro coniuge che lavora ed è regolarmente inquadrato, ha diritto a richiederla per il 100% con l’obbligo di versargli successivamente la somma ottenuta.
Genitori non sposati
Anche se i due genitori non sono uniti in matrimonio, è possibile usufruire ugualmente delle detrazioni per i figli che hanno a carico.
Come indicato dall’articolo 12 del TUIR, infatti, a ciascuno dei genitori spetta la detrazione del 50%, o in alternativa, l’accordo scritto per cedere il 100% delle agevolazioni al convivente con il reddito maggiore. Anche in questa ipotesi vi è ampio margine di scelta per i conviventi, che potranno scegliere il regime più conveniente per entrambi.
Il sistema di calcolo delle detrazioni
Per sapere con certezza quale sia la detrazione annuale a cui si ha diritto è necessario effettuare un piccolo calcolo tenendo conto della situazione specifica.
In particolare, la formula per il calcolo è
Se ad esempio l’importo annuo percepito da tutto il nucleo familiare è di 35.000 euro, allora il coefficiente è pari a 0,631.
Tuttavia occorre considerare che nel caso in cui nel nucleo familiare dovessero esserci più di un figlio, l’importo iniziale di 95.000 euro deve essere aumentato di 15.000 euro per ogni figlio successivo al primo.
Chiaramente con questo sistema non ci sarà detrazione per i nuclei familiari che dispongono di un reddito uguale o maggiore a 95.000 euro ogni anno.
Le spese ammesse alla detrazione
Non tutte le spese sono ammesse al sistema di detrazione per figli a carico.
In particolare, è possibile beneficiarne per le spese di istruzione necessarie, ad esempio, per frequentare corsi di istruzione secondaria universitaria oppure per la specializzazione post universitaria.
In questo caso, la detrazione è in termini IRPEF pari al 19%.
Sono previste anche le spese per la frequenza di asili nido con detraibilità sempre al 19% delle spese complessive sostenute dai genitori per il pagamento delle varie rette mensili.
In questo caso è previsto un limite di spesa pari a 632 euro per cui la detrazione massima è di 120 euro ossia il 19% di 632 euro.
Inoltre, rientrano nella casistica gli affitti per gli studenti fuorisede per un’agevolazione pari al 19% ammessa su una spesa massima annuale di 2.633 euro e per l’iscrizione annuale per la frequentazione di strutture sportive.
In quest’ultimo caso il figlio deve avere età compresa tra 5 e 18 anni e la detrazione è basata su un’aliquota del 19% e una spesa massima di 210 euro.
Ci sono inoltre le spese sanitarie sempre con un’aliquota del 19% e per un importo massimo di 129,11 euro.
Come fare la richiesta per le detrazioni fiscali per figli a carico
Ottenere le detrazioni fiscali per i figli a carico è molto semplice.
Basterà indicare nel Modello 730 o nel Modello Unico, meglio conosciuti come Dichiarazione dei Redditi da compilare ogni anno, il nome di ciascun familiare e la percentuale di cui si intende usufruire (il 50% o il 100%).
La domanda può essere compilata sia da un CAF che dal proprio commercialista di fiducia, è semplice da redigere e va presentata in caso di nuova assunzione o quando c’è una modifica del nucleo familiare.