La dermatite atopica, nota anche come neurodermite, è una malattia che colpisce, sin dalla tenerissima età, i bambini e che interessa la pelle. Questa, infatti, si dimostra molto vulnerabile, sotto il profilo genetico, a certi elementi che, in condizioni normali, sono completamente innocui, come ad esempio la lana, il cui contatto provoca arrossamento, prurito e desquamazione.
Dermatite atopica nei bambini: quali sono le cause?
Fino a diversi anni fa si pensava che la causa scatenante della dermatite atopica non fosse genetica ma che, al contrario, dipendesse dal latte assunto o dall’introduzione nella “dieta” del bambino di altri alimenti, primi tra tutti le uova.
Oggi, invece, sappiamo con assoluta certezza che è una predisposizione che ci accompagna sin dalla nascita e che trova fattori scatenanti in alcuni atteggiamenti errati, quali l’utilizzo di detergenti, durante la fase del bagnetto, che si dimostrano troppo aggressivi per la pelle del bambino.
La malattia raramente si manifesta prima del sesto mese di vita e può andare avanti, tra fasi acute e latenti, anche fino ai 30 anni, età a cui, generalmente, tende a scomparire del tutto. La zona che viene interessata prima di ogni altra si è dimostrata essere quella attorno alle guance del bambino.
Dermatite atopica: fondamentale l’aiuto del pediatra
Alla prima manifestazione dei sintomi, ovvero alla comparsa dei puntini rossi che caratterizzano l’eczema, la primissima cosa da fare è chiamare il proprio pediatra.
Solo lui, infatti, è in grado di stabilire se si tratta di dermatite atopica o meno. A seconda della gravità della situazione, una volta stabilito che si tratta proprio di questa malattia, la terapia prevede l’iniziale impiego di cortisone, da utilizzarsi quando vi sono gli arrossamenti, il prurito e le desquamazioni, a cui spesso si associano anche degli antistaminici di tipo orale.
A volte si rende necessaria anche una cura antibiotica, proprio per il fatto che la pelle danneggiata da lesioni è il terreno perfetto per la proliferazione dei batteri.
Nella fase finale della terapia, che comunque è sempre momentanea fino alla scomparsa definitiva della malattia, si prevede semplicemente l’applicazione locale di apposite pomate con funzione sia emolliente che idratante, da utilizzare subito dopo il bagno.
Dermatite atopica: come fare per il bagnetto
Per i bambini affetti da questo disturbo, si raccomandano bagnetti frequenti ma comunque di breve durata, effettuati con detergenti caratterizzati da una buona oleosità, pensando poi alla successiva ed immediata idratazione della pelle con appositi prodotti che verranno, naturalmente, prescritti dal proprio pediatra di fiducia.
Nel periodo in cui la malattia è latente, ovvero non manifestata, è bene seguire alcuni semplici consigli.
Ad esempio è utile preferire abiti e biancheria in fibra vegetale (cotone) ai capi sintetici ed evitare saponi e detergenti dalle proprietà fortemente basiche.