La vita di una donna dopo il parto cambia, e non è solo un modo di dire. Cambia perché la quotidianità va rivista in base alle esigenze del bambino, cambia perché il corpo è cambiato, ma cambia perché le prospettive cambiano. Purtroppo delle volte capita che questi cambiamenti irrompano in una maniera talmente forte che lo scompenso che si viene a creare inizia a essere qualcosa di più importante di una semplice stanchezza.
Le app in aiuto contro la depressione post partum
Accade che la mancanza di sonno, le insicurezze, le pressioni esterne, concorrano tutte a creare una situazione di disagio, disagio che diventa oppressione, senso di inadeguatezza, baby blues o, se perdura anche molto tempo dopo il parto, depressione post partum.
Queste sono situazioni particolarmente complesse che possono diventare molto, molto serie. In aiuto delle donne, già dallo scorso anno, è attiva un’app che si chiama Rebecca blues e che sostiene proprio quelle donne che hanno bisogno in seguito a una depressione post partum.
L’idea di creare l’app è della Fondazione Rebecca per cercare di dare una mano reale e tangibile alle mamme. Una volta scaricata l’app sul proprio dispositivo mobile, tablet o smartphone, si possono avere una serie di servizi in tempo reale, come una chat con consulenti specializzati. Ma la cosa fondamentale è che questa ha come funzione principale quella di stabilire un patto con un medico di fiducia, che può essere quello di famiglia, il ginecologo o un medico messo a disposizione dalla Fondazione.
Grazie a questo patto la donna sarà tenuta a informarsi sui disturbi legati alla depressione post partum e durante la gravidanza, in modo da poter intervenire all’insorgere dei primi sintomi. Si tratta quindi di un vero social per le mamme che non saranno più sole a combattere contro questo inafferrabile mostro. Ma se questa è già fruibile, è in arrivo un’ulteriore app sulla quale si sta ancora lavorando per la sua messa a punto. Si tratta di un’app che sarà in grado di riconoscere dalla voce se una donna soffre di depressione post partum o meno. Insomma un ulteriore aiuto per le donne colpite da questo disturbo che, ricordiamo, sono circa 25 milioni in tutto il mondo.