La discromatopsia, anche conosciuta come daltonismo, è una delle anomalie visive più frequenti e conosciute. Questa alterazione cromosomica va ad modificare la capacità di riconoscere correttamente i colori.
Scoperta nel 1794 da John Dalton, da cui il nome, questa alterazione dei coni, i fotorecettori della retina sensibili ai colori, può essere di origine genetica ma può anche essere causata da un danneggiamento della retina, del nervo ottico o della corteccia cerebrale.
Diventa di fondamentale importanza poter diagnosticare subito questo disturbo, che pur non compromettendo in modo diretto la capacità visiva, determina a chi ne risulta affetto, una serie di problematiche di non poco conto.
Fortunatamente, durante le prime visite oculistiche effettuate sui bambini è possibile riscontrare questa problematica anche grazie all’uso delle tavole di Ishihara. È quindi importante saper capire se il proprio bimbo può essere colpito da daltonismo, e quali conseguenze derivano da tale disturbo oculare.
Il daltonismo colpisce soprattutto i maschi
Studi medici e scientifici hanno nel corso degli anni individuato una più spiccata incidenza del daltonismo in pazienti di sesso maschile. Il responsabile di oftalmologia dell’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze, il dottor Roberto Capuano, ha sottolineato come il 5% dell’intera popolazione maschile sia affetta dal daltonismo, a volte senza saperlo e senza una corretta diagnosi. È invece riscontrato in meno dell’1% delle donne.
Questa alterazione nella percezione di alcuni colori è legata a un allele recessivo posto sul cromosoma X, di impronta materna, e assume proprio per questo particolare rilevanza nei maschi, dotati di un solo cromosoma X. Nelle femmine infatti entrambi i cromosomi X dovrebbero essere portatori dell’anomalia per far sì che la patologia compaia, e risulta perciò meno probabile. Questo si tradurrà in un’alterazione dei fotorecettori, i coni, responsabili della precisa distinzione di rosso, verde e blu, e delle relative infinite sfumature connesse. Inoltre è opportuno precisare che vi sono diversi tipi di discromatopsia : in generale è riscontrabile nei bambini che confondono il rosa con il grigio, l’arancione con il giallo, il bianco con il verde, il marrone e il bordeaux. In generale però tutti presentano difficoltà nel vedere i colori poco saturi.
Cosa comporta il daltonismo
Questo disturbo visivo non è progressivo. A differenza di molte altre patologie che colpiscono la vista è perciò stabile nel tempo, e non va a peggiorare. Le neo mamme e i neo papà possono perciò fare attenzione fin dai primi anni di vita del loro bambino ad alcune manifestazioni precise che indicano la presenza del daltonismo. In particolare la sindrome compromette la giusta individuazione delle differenze cromatiche che coinvolgono i colori rosso e verde. Più raro il coinvolgimento anche del blu nello spettro di tonalità percepite in modo errato.
Come riconoscere il daltonismo nel proprio bambino
Sono tanti i sintomi e i segnali che si possono leggere per capire se il proprio bambino è affetto da daltonismo. Si parte con la difficoltà riscontrata a casa o a scuola nel colorare soggetti caratterizzati da colori caldi e saturi. Un esempio lampante in tal senso è la difficile realizzazione di disegni autunnali, in cui a prevalere sono proprio le tonalità di verde, rosso e marrone.
Eventuali test domestici utilizzando disegni colorati possono essere molto utili per individuare il problema. Ma in caso di dubbi è sempre opportuno portare il proprio bimbo alle dovute e programmate visite oculistiche. La prima visita oculistica solitamente è consigliata a un anno di età e la successiva intorno ai 3 anni.
Cosa fare se il proprio bimbo è daltonico
L’impegno più importante che mamma e papà devono prendersi nei confronti del proprio figlio affetto da daltonismo è quello di aiutare il piccolo ad affrontare il problema nel miglior modo possibile. Mai far sentire in colpa o mortificare il bimbo, ma anzi cercare di riconoscerne la particolarità.
Diviene determinante informare anche gli insegnanti : così eventuali errori non saranno eventualmente imputati alla pigrizia o alla disattenzione ma potranno essere associati al daltonismo.
Strategie e programmi mirati sia a scuola sia a casa possono contribuire a far abituare il bimbo alla sua condizione di deficit visivo, e tornare a fargli avere una buona sicurezza e fiducia in sé stesso. Uno dei piccoli trucchi a cui spesso le mamme ricorrono per bimbi che già sanno leggere è quello di apporre etichette adesive con il nome del colore su pastelli e pennarelli del bimbo, così da evitare spiacevoli confusioni in ambiente scolastico.