L’episiotomia è un intervento chirurgico che consiste nell’incisione del perineo, la regione anatomica tra organo sessuale e orifizio anale, per dilatare la vagina durante il parto. Il taglio è effettuato partendo dalla parte inferiore della vulva nella direzione dell’ano (mediana) oppure con una certa angolazione (paramediana) mentre la paziente è anestetizzata localmente; dopo la piccola operazione l’apertura viene richiusa con degli stretti punti di sutura.
Il medico procede con l’intervento generalmente quando ci sono condizioni potenzialmente pericolose per la salute del neonato. Nello specifico:
- quando è indispensabile l’uso della ventosa per facilitare la liberazione della testa del neonato (in caso contrario ci sarebbe il rischio di traumi per il piccolo)
- quando si registra un rallentamento del battito cardiaco del bambino ed è necessario accelerare la nascita
- in caso di parto prematuro: la delicatezza della situazione richiede tempi del parto più brevi possibili e soluzioni rapide per creare lo spazio necessario al processo di espulsione
- se il parto è podalico ovvero quando la prima parte del bambino ad uscire dalla cervice uterina è quella inferiore (piedi o natiche)
- quando le dimensioni del capo del neonato o la poca dilatazione o elasticità della vagina richiedono più spazio per la nascita.
- in caso di episiotomia pregressa in quanto la cicatrice del precedente intervento ha reso la cute poco elastica e problematica per il nuovo parto.
Si tratta di un intervento di routine ma recenti studi hanno dimostrato che non è un metodo efficace come si pensava. La tecnica genera infatti diverse complicazioni: prima di tutto c’è il rischio di ledere i tessuti muscolari più profondi se il taglio non è eseguito correttamente e di conseguenza provocherebbe danni maggiori rispetto a un trauma non artificiale; inoltre l’incisione comporta un sanguinamento che incrementa le già alte perdite del parto; in aggiunta la degenza post parto è più difficile per via dei punti di sutura che richiedono particolare attenzione e dei tempi di ripresa sensibilmente maggiori, sia per quanto riguarda la ferita che i rapporti sessuali.
Quali sono allora le alternative? Pur continuando ad essere una tecnica consigliata e praticata spesso (la media italiana è del 65%) è possibile evitarla facendo firmare una dichiarazione esplicita scritta al medico che dovrà garantire il suo utilizzo solo in caso di reale pericolo.
In definitiva la lacerazione naturale è preferibile all’episiotomia principalmente per due motivi: la riabilitazione dura meno e non c’è il rischio di danneggiare tessuti importanti.