Fin dai primi mesi, qualsiasi azione compiuta da un bebè è volta a scoprire e conoscere l’ambiente circostante. Questo è necessario per crescere e prendere coscienza del mondo che lo circonda: un dovere fondamentale delle mamme è monitorarlo, seguirlo e aiutarlo durante questo processo di crescita ed esplorazione. Quale modo migliore di farlo se non giocando con il piccolo?
Questo permette al neonato di relazionarsi con l’ambiente circostante, ricevere continuamente stimoli positivi e rafforzare il rapporto con la mamma, in modo ludico e divertente. Per un neonato, giocare non è un’azione fine a se stessa e proprio per questo è tanto importante: in questo modo impara a relazionarsi con gli altri e a comunicare, mette alla prova le sue capacità motorie, nervose e intellettuali.
Per tutti questi motivi è di basilare importanza che la mamma, pur lasciandogli lo spazio di giocare e imparare per conto proprio, si unisca a lui, per divertirsi e aiutarlo a crescere. Ci sono tuttavia dei comportamenti che potrebbero essere nocivi più che benefici: andiamo a vedere quali sono.
Non siate iperprotettive coi bambini che giocano
L’istinto materno porta a proteggere il proprio piccolo, ma non bisogna mai esagerare: si rischia di tarpare le ali al neonato e soprattutto di influenzarlo, trasmettendogli ansia, stress e le proprie paure. Una mamma eccessivamente ansiosa avrà un bambino ansioso e non sicuro di sé: al contrario, quando si gioca col neonato bisogna cercare di infondergli forza e fiducia, dimostrargli che si crede nelle sue capacità e nelle sue possibilità.
A volte può rivelarsi davvero difficile, ma è necessario fare uno sforzo per il bene del piccolo. Ne guadagnerà in fiducia e felicita, senza contare quanti traguardi sarà in grado di raggiungere se manterrete un atteggiamento positivo quando siete al suo fianco!
Stimoli: né troppi, né troppo pochi!
Bisogna fare attenzione a non eccedere con le stimolazioni, per esempio mettendo di fronte al bebè una quantità esagerata di giocattoli con cui interagire. Questo rischia solo di confonderlo, dato che ci vuole ancora tempo affinché il piccolo sia in grado di padroneggiare la capacità di discriminazione visiva: si troverà di fronte a quello che percepirà come una baraonda che non lo invoglierà a giocare.
Non bisogna tuttavia cadere nell’estremo, mettendolo di fronte a troppi pochi stimoli, per esempio lasciandolo giocare troppo a lungo con giochini tecnologici, o di fronte alla tv. Ne risentirebbero lo sviluppo delle sue capacità motorie e di interazione con gli altri.
Mai forzare il bebè al gioco
Un conto è stimolare il piccolino, un altro è forzarlo in attività che non ha voglia di fare, o che ancora non è in grado di affrontare: il bebè deve sentirsi libero di fare quello che riesce e preferisce, esprimendosi come vuole, senza essere sovraccaricato dalle aspettative e ansie da prestazione dei genitori. Questo finirebbe per non farlo sentire all’altezza della situazione o inadeguato, quando invece, si tratta di un problema più legato alla sfera genitoriale.