Mentre le mamme in Italia hanno un periodo di congedo di maternità obbligatorio di 5 mesi, i neopapà possono usufruire di soli 10 giorni: è il quadro sconfortante che emerge quando raffrontiamo le politiche di welfare per le famiglie in Europa. Per durata del congedo di paternità l’Italia è all’ultimo posto: mentre in Svezia, Finlandia, Portogallo, Spagna e Francia i congedi si misurano in mesi o settimane, nel nostro paese si misurano in giorni.
Congedo di Paternità in Italia: un trend di richieste crescente
Quando si parla di voler dare più sostegno alle famiglie, si parla spesso di congedi parentali più lunghi e flessibili: questo riguarda sia le mamme che i papà, con i congedi di maternità e paternità.
Ma mentre il congedo di maternità è un periodo di astensione dal lavoro obbligatorio per la mamma, quello di paternità lo è solo per il datore di lavoro che non può rifiutarsi di riconoscere il diritto del papà, qualora lo chiedesse. Infatti gli ultimi dati INPS mostrano come non tutti i neopapà fanno richiesta del congedo di paternità, anche se il trend è crescente: dal 19,25% nel 2013, al 48,22% nel 2018, fino agli ultimi aggiornamenti del 2022 al 64,02%.
Tuttavia, anche se c’è sicuramente un incremento di utilizzo del congedo di paternità, persistono differenze significative tra le province. In alcune aree, come Crotone e Trapani, la percentuale di fruizione è inferiore al 30%, mentre in province come Bergamo, Lecco, e Pordenone, supera l’80%. Inoltre, esistono disuguaglianze basate sul tipo di contratto lavorativo: i lavoratori a tempo indeterminato usufruiscono del congedo in misura maggiore rispetto a quelli a tempo determinato o stagionali.
Congedo di paternità: quanto dura e a chi spetta
Il decreto legislativo n. 105 del 2022 ha riformato la normativa sul congedo di paternità, sostituendo le vecchie disposizioni del 2012. Da agosto 2022, tutti i lavoratori dipendenti, sia del settore privato che pubblico, hanno diritto a un congedo obbligatorio di paternità di 10 giorni lavorativi (20 in caso di parto plurimo), retribuito al 100%. Questo congedo può essere usufruito da due mesi prima fino a cinque mesi dopo il parto.
L’ampliamento della durata del congedo di paternità è avvenuta gradualmente nel corso degli anni, partendo da un giorno, per poi estendersi a 2 giorni nei bienni 2016-2017, seguito da un incremento a 4 giorni nel 2018, a 5 giorni nel 2019, 7 giorni nel 2020, e infine raggiungendo i 10 giorni nel 2021.
Congedo di paternità nel resto del mondo
La grande differenza della durata del congedo di paternità in Italia si vede soprattutto con il resto d’Europa: nella maggior parte dei paesi dell’Eurozona, i congedi di paternità sono retribuiti, differenziandosi principalmente per durata e percentuale di retribuzione, mantenendo comunque la tutela del posto di lavoro.
È importante valutare attentamente le specificità nazionali: in alcuni paesi, come Islanda, Norvegia e Svezia, i congedi di paternità si fondono con i congedi parentali, permettendo ai padri di avvalersene in alternativa alle madri, senza distinzioni tra congedo di maternità e paternità.
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Tuttavia, per quanto riguarda i diritti dei neopapà, l’Italia resta fanalino di coda: come dicevamo, la Svezia è il paese più virtuoso per il sostegno della parità genitoriale, con 480 giorni di congedo usufruibili dalla coppia.
In Norvegia, il congedo paternità obbligatorio è stato introdotto nel 1993, attualmente fissato a due settimane. La Finlandia offre 164 giorni di congedo per ogni genitore, promuovendo l’equità tra madri e padri.
La Spagna, dal 2021, ha esteso il congedo a 16 settimane per genitore, con una parte obbligatoria. Il Portogallo permette fino a 120 giorni di congedo al 100% dello stipendio. L’Austria offre il cosiddetto Papamonat, il “mese del Papà”, di quattro settimane, mentre in Germania, il sistema è più complesso e fa ampio uso del congedo parentale, con 12 mesi richiedibili da un genitore (tendenzialmente la mamma) e di due mesi bonus per l’altro partner.
FOnte: Dati OCSE sui congedi parentali, aggiornati al 2022