Ci sono giorni di solitudine, pigiama e stanchezza. Ci sono giorni di occhiaie, latte artificiale che ti fa sentire – stupidamente – in colpa o di quello materno che ti sfinisce.
Ci sono giorni in cui lo specchio ti dice che sei ingrassata, fuori forma, che non sei più tu.
Ci sono giorni in cui non sai manco tu chi sei.
Ci sono giorni che ti domandi chi te lo ha fatto fare
Troppo giovane, non potevi aspettare? Troppo vecchia, perché non ci hai pensato prima?
Ci sono giorni in cui senti che ti manca il lavoro che facevi: forse ho fatto uno sbaglio a mollare, avrei dovuto resistere, avrei trovato un nuovo equilibrio o un’ azienda nella quale la maternità non è penalizzante.
Ci sono giorni in cui senti che stai sbagliando con il lavoro: sono tornata troppo presto, mio figlio ha ancora bisogno di me. Esco di buon’ora e torno troppo tardi, non lo vedo crescere.
Ci sono giorni in cui ti domandi quando potrai riposarti, prenderti una pausa.
Quelli in cui vorresti premere PAUSA, perché sai che non saranno sempre tuoi, quei cuccioli che ti richiedono mille attenzioni.
All’inizio, è così. Più o meno per tutte. In special modo per le neo mamme.
Per alcune di noi, questo turbinio di pensieri dura di più che per altre, ma nulla cambia, perché il tempo, con i figli piccoli, è dilatato. L’oggi sembra infinito.
Poi.
Si, poi, Chiedimi se sono felice.
Nonostante questi pensieri e lo stato di catalessi delle notti insonni, chiedici se siamo felici.
Si, lo siamo. Siamo maledettamente felici. Felici come non lo siamo mai state. Quando apriamo gli occhi la mattina, non vediamo l’ora di vedere quei musetti, quelle guance rosa e quegli occhi enormi.
Prima di andare a letto, pensiamo a loro, al potere immenso rinchiuso in corpici mignon, come bambolotti, che stravolgono le emozioni, le rimescolano e ci fanno fare le montagne russe.
Una felicità costante, che se facciamo silenzio dentro di noi, quando la stanza è in subbuglio, i gridolini ci fanno impazzire, e vorremmo solo urlare basta!, sentiamo che è dentro di noi.
Aspetta. Osserva. Ascolta. E’ la nostra felicità che ha la pazienza di attendere che finisca quel momento per tornare a riscaldarci.
Chiedimi se sono felice.
Si, lo sono.