L’estate si avvicina e con essa il dilemma dei centri estivi per i bambini. L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha diffuso i dati sui costi: quasi 650 euro al mese per le strutture private, contro i 300 euro di quelle pubbliche. Sono prezzi davvero proibitivi per molte famiglie italiane, che si vedono costrette a cercare soluzioni alternative.
Centri estivi e famiglie in difficoltà
Bisogna fare una piccola premessa: la maggior parte dei comuni italiani attiva ogni anno un servizio di centri estivi a prezzi più che democratici. Solitamente questo servizio è dedicato ai bambini più piccoli che frequentano la scuola materna, ovvero fino ai 5-6 anni.
Ad ogni modo, secondo le ultime valutazioni di Federconsumatori, oltre la metà dei genitori italiani non può permettersi i centri estivi privati. La spesa media settimanale per un bambino in una struttura privata è di 160 euro, con punte che superano i 250 euro. I centri estivi pubblici sono più accessibili, con un costo settimanale medio di 70 euro, ma anche in questo caso la spesa può variare in base ai servizi inclusi (ad esempio, il pranzo).
La crisi economica degli ultimi anni ha ulteriormente aggravato la situazione, rendendo ancora più difficile per le famiglie italiane affrontare la spesa dei centri estivi. Per molti bambini, l’estate rischia di trasformarsi in un periodo di noia e frustrazione, privi delle attività e delle esperienze che i centri estivi offrono.
Cinque buoni motivi per mandare i figli ai centri estivi
Nonostante i costi, ci sono validi motivi per considerare i centri estivi come un’opzione preziosa per i bambini. Ecco cinque buoni motivi per mandare i figli ai centri estivi:
- Socializzazione e nuove amicizie: I centri estivi offrono ai bambini l’opportunità di incontrare coetanei e stringere nuove amicizie, migliorando le loro abilità sociali e la capacità di lavorare in gruppo.
- Attività fisica e benessere: Partecipare a giochi e sport all’aria aperta favorisce uno stile di vita attivo, aiutando i bambini a mantenersi in forma e a sviluppare abilità motorie.
- Sviluppo di nuove competenze: I centri estivi propongono una varietà di attività educative e ricreative, come laboratori artistici, teatrali e linguistici, che stimolano la creatività e l’apprendimento.
- Autonomia e responsabilità: Stare lontani dai genitori per alcune ore al giorno aiuta i bambini a diventare più indipendenti, responsabilizzandosi nella gestione delle loro giornate e nel rispetto delle regole del centro.
- Divertimento e relax: Dopo un anno scolastico intenso, i centri estivi offrono ai bambini un ambiente rilassante e divertente dove possono godersi le vacanze senza stress, immergendosi in attività che amano e trovando uno spazio per esprimersi liberamente.
Bonus Centri Estivi 2024: chi ne ha diritto, quanto spetta e modalità di presentazione
Il Bonus Centri Estivi 2024 INPS è un contributo settimanale fino a 100 euro per un massimo di quattro settimane, per minori di età compresa tra i 3 e i 14 anni. Purtroppo è rivolto unicamente a dipendenti e pensionati della pubblica amministrazione iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, e pensionati utenti della Gestione Dipendenti Pubblici.
L’importo varia in base all’ISEE, con percentuali di rimborso dal 100% all’80%. La domanda si presenta online sul portale INPS con le proprie credenziali.
Soluzioni alternative ai centri estivi
Di fronte a questi costi elevati, molte famiglie cercano soluzioni alternative per occupare i propri figli durante l’estate. Le principali opzioni includono:
- Babysitting tra amici: Un genitore tiene i bambini dell’altro durante l’orario di lavoro.
- Babysitter condivise: Diverse famiglie assumono una babysitter per alcune ore a settimana, dividendo il costo.
- Nonni: I nonni sono spesso la soluzione ideale per i bambini, che adorano trascorrere del tempo con loro.
- Ferie separate: I genitori si organizzano per fare le ferie separatamente, in modo che uno dei due rimanga sempre a casa con i bambini.