Usata normalmente nei pazienti con patologie vascolari, la cardioaspirina è un farmaco dai poteri antinfiammatori e anticoagulanti che non di rado viene prescritto in gravidanza.
Perché?
Proprio per la sua capacità di controllare la coagulazione del sangue e di svolgere un ruolo sfiammante, la cardioaspirina è consigliata nei casi in cui siano stati riscontrati problemi specifici a livello della placenta, come ad esempio la gestosi, il distacco o il ritardo di crescita.
Inoltre, nei casi di donne che abbiano subito frequenti aborti spontanei legati alla presenza di anticorpi antifosfolipidi, è stata riconosciuta un buona efficacia preventiva nell’utilizzo, sotto stretto controllo medico, di un dosaggio ad hoc di questo farmaco.
Quando deve essere utilizzata?
I problemi alla placenta solitamente si manifestano sin dalle prime settimane di gravidanza e sin da subito possono metterla a serio rischio.
Ecco perché, nei casi in cui si ritenesse necessaria, la cardioaspirina va assunta al più presto, e comunque non oltre il 4° mese di gestazione: questo per tamponare i disturbi di coagulazione che possono creare disturbi alla placenta e compromettere la salute del feto e della mamma.
La comunità scientifica che dice?
Come in tanti altri casi, quando si parla di salute e soprattutto di maternità, la comunità medica non è del tutto allineata sui benefici della cardioaspirina: c’è chi ne sostiene i vantaggi, c’è chi, al contrario, diffida delle sue capacità curative in gravidanza.
Ci sono effetti collaterali?
Inutile negarlo: come ogni farmaco anche la cardioaspirina ha i suoi effetti collaterali, che in alcuni casi possono essere anche gravi, come il sanguinamento, l’emorragia o il distacco di placenta.
Quando smetterla?
Se state assumendo la cardioaspirina ricordatevi di sospenderla qualche settimana prima del parto. Se, invece, durante la cura doveste notare reazioni allergiche di qualsiasi natura o sanguinamenti, consultate subito il vostro medico e chiedete consiglio.