Se il vostro bambino spesso fa capricci che non riuscite a gestire, alcuni studiosi consigliano di in pratica la tecnica del time out, ovvero una “pausa di riflessione“.
Non sapete di cosa si tratta?
È un sistema che consente di interrompere immediatamente l’escalation dei comportamenti distruttivi.
In cosa consiste la tecnica del Time Out?
Il time out è un periodo di pausa più o meno lungo che viene adoperato spesso nel settore sportivo, per sospendere ad esempio una partita o per richiamare in panchina un giocatore che non si è comportato correttamente con gli avversari.
Ebbene, la stessa tecnica può essere usata ogni qualvolta i bambini iniziano ad innervosirsi e a effettuare una serie di gesti sconsiderati come lanciar cose agli altri bambini o gridare a squarciagola.
Per fermare questa escalation si può ricorrere al time out, ovvero un momento di pausa forzata che dovrà essere rigorosamente rispettato.
Il bambino dunque dovrà stare seduto sul divano o su una sedia collocata in un punto della casa. Non potrà alzarsi e a portata di mano non avrà oggetti da lanciare o con i quali potrebbe farsi male. Durante la breve pausa inizierà a calmarsi e avrà modo di pensare al suo comportamento poco corretto.
Non si tratta di una vera e propria punizione in quanto il ruolo del genitore resta fondamentale, che dovrà accogliere la frustrazione del bambino, verbalizzando le sue emozioni e cercando di fargli capire il motivo della pausa. La durata di questo time out deve essere breve e commisurata all’età del piccolo, ma gli effetti sul miglioramento del comportamento abituale del bambino possono essere immediati.
IMPORTANTE:
Sappiamo, soprattutto per i bimbi più piccoli, che controllare le emozioni non è sempre facile. Gesti che per noi sono insignificanti (per esempio dare il biscotto rotto invece che uno intero) possono causare nei bambini delle reazioni esagerate e incontrollate.
Il time out non deve essere la regola: i bambini hanno bisogno di relazione con gli adulti; questa tecnica funziona quando viene fatta rispettare e quando viene data con una logica precisa.
NON può essere dato per ogni minima rimostranza del bambino ma solo quando eccede con comportamenti violenti o ingestibili.
L’esagerare o imporre questa regola ogni volta (anche quando non è proprio necessaria) rischia di sortire l’effetto contrario: non sarà più costruttiva e rispettosa del bambino.
Per i bambini è molto difficile gestire le proprie emozioni e più spesso di quanto si possa pensare fanno capricci per richiedere l’attenzione dei genitori. Cercate di farli parlare e aiutateli a esprimere a parole quello che provano. Il dialogo e la relazione con loro sono fondamentali.
Alcune scuole materne o asili dell’infanzia utilizzano questa tecnica per “placare” i bambini: anche in questo contesto è bene valutare la situazione. I capricci che sfociano in rabbia vanno accolti compresi e risolti. Mettere il bimbo “in pausa” davanti a tutta la classe a volte non è la soluzione giusta, poiché si rischia di ridicolizzarlo.
Siete a favore o contrari al TIME OUT?
I bambini nn riflettono ….mi dispiace ma nn serve a nulla piuttosto chiedetevi perché fanno i capricci
Assolutamente d’accordo. Io ricordo anche che pensavo cose terribili come che qualcosa non andava in me e che mia mamma non mi voleva bene per questo. I bambini non hanno senso critico lo imparano con il tempo ma glielo dobbiamo insegnare.
Io la metto in camera sua con la porta chiusa e le dico che può tornare quando le è passata
Sì però non con la faccia al muro come nella foto. Sembra un metodo di correzione anni Trenta, dai!
Lo faceva sempre papà! 🙂
Funzionaaaa ultimamente il mio è nei terribili 2~~~ capricci a piu non posso, appena indico il suo divanetto lo trascina all’angolo e aspetta finche non li do l’Ok, si calma, chiacheramo, c si chiarisce e soprattutto niente urla, grida o pianti
Proveremo Merolla Cristian
Raffaele
Ein ein
Alessandro Arnone
Funziona. Ci vuole costanza e pazienza ma funziona.
Chiara Bertin….il metodo di cui ti avevo accennato..