Il termine “bruxismo” identifica quel comportamento involontario secondo cui si digrignano i denti soprattutto durante il sonno. Sebbene il problema interessi maggiormente gli adulti, può capitare che ne soffrano anche i bimbi in età pediatrica.
Le cause del bruxismo nei bambini: stress o problemi dentali?
L’origine del disturbo tutt’oggi è oggetto di discussione da parte dei ricercatori: alcuni sostengono che il bruxismo sia la conseguenza di alcune problematiche fisiche (come, ad esempio, un allineamento irregolare dell’arcata dentaria superiore e inferiore, malformazioni mandibolari, etc.) e altri, invece, ritengono che alla base del problema vi sia una componente psicologica. In particolar modo, una condizione di ansia inespressa nel bambino può favorire la comparsa del bruxismo: si è notato, infatti, che il digrignamento tende a scemare non appena il bimbo è tranquillo.
Questo spiegherebbe in parte perché il fenomeno abbia luogo maggiormente di notte: nel sonno, infatti, il subconscio del piccino è libero di generare quegli stati emotivi che lo pervadono durante il giorno ma che non riesce a manifestare. E, se a ciò si unisce una condizione di assenza di controllo cosciente dei movimenti, ecco che può comparire il bruxismo. In genere, il bambino che produce questo rumore fastidioso non riesce a rendersene conto, ma lo sfregamento dei denti, a volte, può essere talmente intenso da venir percepito anche da chi dorme in un’altra camera. L’unica traccia che il bimbo conserva degli episodi notturni di bruxismo è una spiacevole sensazione dolorosa alle mascelle.
Bruxismo nei bambini: necessario un intervento tempestivo
In caso di bruxismo, quindi, è necessario intervenire tempestivamente per rimediare su due fronti: quello psicologico e quello fisico. Nel primo caso, infatti, è indispensabile rintracciare ed eliminare quanto possibile le cause che hanno determinato il problema così da risolvere i disagi del bimbo; nel secondo, d’altro canto, bisogna intervenire tempestivamente per evitare che il bruxismo si aggravi provocando il logoramento dello smalto, abrasioni alle superfici dentarie, e l’indolenzimento dei muscoli coinvolti nella masticazione.