É successo a Bologna, nell’Ateneo più antico del mondo. Anche nell’atteggiamento nei confronti delle neomamme.
Una bimba di appena tre settimane e sua madre sono state invitate ad allontanarsi dall’aula, in via Zamboni n. 3, in cui si tengono le lezioni del TFA (il corso di abilitazione alla professione di docente per bambini affetti da disabilità, ed a cui si accede dopo il superamento di due prove, una scritta ed una orale).
La mamma aveva non solo superato brillantemente l’orale dopo circa un mese di frequenza full time, ma aveva, come da prassi, pagato la retta, di circa tremila euro, all’Alma Mater Studiorum di Bologna.
Il tutor e l’allontamento dall’Aula
Per qualche lezione, l’allieva ha frequentato il corso senza problemi; nella lista dei partecipanti, inoltre, era presente anche un’altra puerpera. Due giorni fa, tuttavia, lo sconcerto: un tutor inveisce nei confronti della signora, adducendo motivazioni assicurative: se vuole, può seguire le lezioni, ma senza la sua bimba, le “suggerisce”; oppure, può sempre stare in corridoio. A questo punto, la mamma si è giustamente agitata, e la bimba, avvertendo il patema di sua madre, ha iniziato a piangere disperata. I frequentanti del corso si sono schierati a favore della signora, che aveva seguito le lezioni durante l’ultimo periodo di gravidanza, dalle 9 alle 18, e che, oltretutto, aveva chiesto alla segreteria dell’Ateneo come comportarsi, una volta nata la bambina. Le avevano risposto che non c’era nessun problema per i docenti del corso, e che non era certo la prima o l’ultima persona a frequentare le lezioni, pur avendo un neonato.
La protesta dei frequentanti
I duecento allievi che frequentano il corso hanno mandato una mail sia all’Università di Bologna, alla Commissione Pari Opportunità della Regione Emilia Romagna ed all’Assessorato delle Pari Opportunità istituito dal Comune, dimostrando, in questo modo, una solidarietà davvero apprezzabile, sia nei confronti della neomamma che della sua bimba.
In seguito all’accaduto ed alle proteste così ferme ed accorate, l’Ateneo ha manifestato le sue scuse ufficiali all’allieva, che ha potuto, in questo modo, continuare a seguire le lezioni del TFA in aula, e non in corridoio, come suggerito, in maniera nemmeno troppo cortese, dal tutor.