Il bilinguismo nei bambini assume oggi una rilevanza fondamentale in una società sempre più globalizzata e cosmopolita.
I più piccoli apprendono una seconda lingua straniera molto più facilmente degli adulti, stimolando in modo creativo le loro capacità cognitive.
Parlare fluentemente almeno due lingue significa avere più possibilità di inserimento, da grandi, nel mondo del lavoro, ma anche essere più elastici mentalmente, più aperti e tolleranti e avere maggiori capacità analitiche e di problem solving.
Inoltre un’altra lingua migliora le capacità di concentrazione, aiuta la memoria e l’attenzione. Tuttavia, spesso i genitori hanno dei dubbi in merito ai reali benefici del bilinguismo fin dalla scuola materna, con la paura di sovraccaricare il bimbo e forzarlo in un apprendimento che potrebbe stancarlo o annoiarlo.
Vediamo assieme, allora, qual è l’utilità del bilinguismo nei primi anni di età di un bambino e in cosa consiste, concretamente, un’educazione bilingue.
Bilinguismo nei bambini, qual è l’età migliore?
Molti studi sulle capacità cognitive dimostrano che la facilità di apprendimento di una lingua straniera è massima fino a 3 anni, riducendosi nella fascia dai 3 ai 6 anni, pur essendo ancora un momento della vita del piccolo di grande apertura.
Questo significa che l’ideale sarebbe iscrivere i bambini a un asilo bilingue. Questo tipo di educazione, infatti, è priva di controindicazioni e sicura per lo sviluppo del piccolo.
I genitori preoccupati di un eventuale sovraccarico di nozioni per un cervello che è ancora una pagina bianca, possono tranquillizzarsi, il bilinguismo non causerà confusione nel bambino, che anzi vedrà l’apprendimento come un gioco e quindi un meccanismo del tutto naturale.
La cosa davvero essenziale è che l’insegnamento della seconda lingua avvenga in un contesto adatto.
Come avviene l’apprendimento della seconda lingua
Fino a 3 anni l’apprendimento della seconda lingua avviene in modo automatico e naturale. Il bambino impara due lingue come se ne fosse una soltanto, senza compiere nessuno sforzo. Questo lo abitua a un apprendimento rapido con una propensione che durerà praticamente tutta la vita.
Sopra i 3 anni, rimane la facilità nell’assimilare pronuncia e regole grammaticali, tuttavia il bambino farà già distinzione tra la propria lingua e l’altra. Molto dipende, chiaramente, dalle possibilità – anche economiche oltre che logistiche – della famiglia di iscrivere un bimbo a un asilo nido bilingue o, successivamente, alla scuola materna.
È importante che anche il genitore interagisca con suo figlio usando l’altra lingua, magari in un momento di gioco dedicato abitualmente a questo scopo.
L’insegnamento del bilinguismo al bambino
Ma come avviene praticamente l’insegnamento di una seconda lingua? Se si tratta dell’asilo nido, l’inglese sarà utilizzato come se si trattasse dell’italiano nel processo di scoperta del mondo da parte del bimbo, nel suo rapporto con la mamma o comunque con i genitori in cui si costruisce la comunicazione verbale. Il contesto specifico è importante per delimitare il momento in cui il bambino si pone in ascolto e comincia ad assimilare nozioni senza nemmeno rendersene conto.