Calcolare le probabilità di sopravvivenza dei neonati prematuri adesso è possibile grazie a PISA (Preterm Infants Survival Assessment), strumento diagnostico messo a punto dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa in collaborazione con il team di Neonatologia dell’Ospedale Versilia.
PISA è un rivoluzionario programma basato sul Machine Learning
Genitori, familiari o medici che desiderano saperne di più sulle possibilità di sopravvivenza di un neonato pretermine, possono collegarsi al portale web e inserire alcune informazioni tra cui sesso del bambino, peso corporeo e tipologia di parto.
Ovviamente l’applicativo può definirsi ancora sperimentale, ma è destinato a perfezionarsi in modo autonomo e a fare stime sempre più precise.
Questo perché PISA basa il suo potente algoritmo sul “Machine Learning”, un tipo di apprendimento automatico che si implementa in misura direttamente proporzionale ai dati che via via vengono immessi.
Grazie a tale rivoluzionaria tecnologia, i responsi possono essere davvero commisurati al singolo bambino, situandosi ad un livello superiore rispetto ai classici metodi statistici utilizzati nel resto del mondo.
PISA potrebbe aiutare i medici a diminuire il tasso di mortalità dei neonati prematuri
Il professor Alessio Micheli, il dottor Davide Bacciu e il neonatologo Luigi Gagliardi, coordinatori del progetto, spiegano come per testare PISA abbiano raccolto e inserito nel software informazioni relative ad un campione anonimo di circa 29.000 bambini nati prematuramente.
Questi dati servono all’applicativo per prevedere non solo la durata della vita dei neonati, ma anche le possibili cause che mettono a rischio la loro esistenza.
Può sembrare paradossale, ma pur costituendo soltanto l’1% delle nascite annuali, i neonati pretermine costituiscono la metà del tasso di mortalità infantile a livello internazionale.
Nascere al di sotto delle 30 settimane e pesare poco più di un chilo espone il bambino a tutta una serie di patologie potenzialmente letali.
Grazie a PISA i medici potranno capire immediatamente le cause di alcune anomalie e agire tempestivamente con cure specifiche. Un’invenzione tutta italiana potrebbe rivoluzionare il settore della neonatologia internazionale e salvare migliaia di giovani vite.