Allattare il proprio bambino al seno è un momento magico in cui madre e figlio instaurano un legame simbiotico e profondo che li unirà per sempre. Trasformazioni ed effetti benefici tuttavia non avvengono soltanto sul piano emozionale, ma anche e soprattutto su quello neurologico.
Michael Merzenich, specialista di plasticità cerebrale all’Università di San Francisco, definisce l’allattamento come un momento di fusione delle singole identità madre-figlio, dovuto ad importanti trasformazioni cerebrali.
Il cervello della mamma si modifica attraverso l’intervento di ormoni come prolattina, ossitocina e dopamina e lo rende più attivo e partecipe alle esigenze del neonato.
Ossitocina e prolattina gli ormoni dell’allattamento
L’ossitocina è l’ormone che durante il parto induce i muscoli dell’utero a contrarsi facilitando l’uscita del bambino dal grembo materno.
Non tutti sanno però che grazie a questo ormone si contraggono anche gli alveoli mammari e il latte convoglia nei dotti lattiferi fino ad uscire dal seno.
Il riflesso di suzione del neonato poi contribuisce a stimolare sia il livello di ossitocina che il livello di prolattina (ormone che incentiva la produzione del latte materno) nel sangue; così ogni volta che il bambino succhia dal seno della madre la percentuale di questi due ormoni cresce di ben otto volte rispetto alla media, recando trasformazioni importanti nell’encefalo della donna.
L’allattamento al seno riduce lo stress e rende le madri più premurose
Kerstin Uvnäs Moberg, massima esponente degli studi sull’ossitocina, nei suoi quattrocento trattati sull’argomento, conferma che tale ormone durante l’allattamento crea nuovi percorsi neuro-chimici nel cervello delle madri, rendendole serene, tranquille, meno sospettose e più attive nel recepire le esigenze del bambino.
La donna viene indotta a cambiare le sue priorità, a mettere al centro della sua vita il piccolo e a difenderlo con tenacia ed energia in caso di pericolo. Anche l’ormone della prolattina agisce sull’amigdala, una ghiandola del cervello che gestisce le reazioni di ansia e paura riducendo lo stress oltre il 50% rispetto alla media.
Lo sguardo tra bambino e madre durante l’allattamento può attivare la dopamina
Un gruppo di studiosi della Yale University ha effettuato una “risonanza magnetica funzionale” ad un campione di mamme composto da donne che allattavano al seno e donne che nutrivano il figlio attraverso latte artificiale.
Durante l’esame diagnostico veniva fatto ascoltare il pianto del proprio bambino ed è stato dimostrato che il cervello delle donne che allattano al seno reagisce più prontamente con significative modificazioni sul lobo frontale, l’amigdala e il nucleo striato.
Inoltre ricerche recenti rivelano che il contatto visivo tra bambino e madre durante l’allattamento o il tocco delle manine del piccolo sulla mammella generano nel sistema nervoso materno scariche di dopamina, il cosiddetto “ormone del piacere”.
È anche per questo che le mamme sono particolarmente gratificate da questo momento dolce e intimo con il proprio figlio: il legame affettivo tra i due si rinforza e si riduce drasticamente il rischio di cadere nella depressione post partum.