L’allattamento al seno è una di quelle questioni che tende a creare contrasti nell’opinione comune e tra le stesse mamme. Alcune mamme sostengono che si tratti di una pratica fondamentale, obbligatoria per il perfetto sviluppo del bambino e per creare un legame intenso tra mamma e figlio. Altre preferiscono evitare di allattare al seno per numerose motivazioni, mediche ed estetiche. Qualunque sia la convinzione, ognuna ha il diritto di condurre autonomamente le proprie scelte di vita, nel rispetto della salute e del benessere del bambino.
In appoggio all’allattamento al seno come enorme beneficio per la madre e per il piccolo, arriva la tesi di James McKenna, professore di antropologia all’Università di Notre Dame e grande conoscitore del tema del sonno condiviso. Secondo il professore l’allattamento al seno, rispetto a quello artificiale, agevola la madre in numerosi aspetti tra cui spicca quello del sonno positivo e del sonno condiviso con il bambino.
L’allattamento al seno crea un legame che continua durante il sonno
La convivenza tra madre e figlio durante i 9 mesi di gestazione viene a mancare al momento della nascita, evento che lascia il piccolo vulnerabile e bisognoso di attenzioni. Anche dopo la separazione fisica causata dal parto non dovrebbe venire a mancare un contatto fisico che contribuisce molto al benessere del bambino. Questo ha infatti bisogno del calore corporeo della mamma di sentire il ritmo del suo respiro, non solo nelle ore di veglia, ma anche durante il riposo, tramite l’esperienza del sonno condiviso tra madre e piccolo, abitudine che agevola lo sviluppo del bambino.
Una consuetudine che amplifica questo contatto è senza dubbio l’allattamento al seno, che porta il bambino a conoscere istintivamente il corpo della madre, e la mamma a percepire i bisogni del bambino e i cambiamenti che avvengono in lui. Gli studi di McKenna dimostrano che l’abitudine dell’allattamento al seno, contro l’allattamento artificiale, amplifica e semplifica tutti gli altri tipi di contatto, come per esempio quello che avviene durante la notte.
Per chi dunque volesse provare in modo sicuro e piacevole l’esperienza del cosiddetto sonno condiviso (co-sleeping), che prevede che mamma e bambino condividano lo stesso letto, può beneficiare dell’allattamento e della sua capacità di stabilire un contatto istintivo tra madre e figlio. Questo legame è proprio ciò che permette di avere un’esperienza di sonno condiviso sicura perché è scientificamente provato che le mamme che sono abituate ad allattare tendono a essere istintivamente più attente al bambino, in grado di percepire tempestivamente i bisogni del bambino e di dormire assieme a lui senza schiacciarlo inavvertitamente.
I benefici dell’allattamento al seno sul sonno della mamma
Abbiamo detto che l’allattamento permette alla mamma di stabilire un legame intenso con il piccolo. Se si è presa la decisione di portare avanti l’esperienza del sonno condiviso, sentire il proprio bambino sulla pelle crea uno stato di benessere e naturale rilassatezza che aiuta la mamma ad avere un sonno sereno e pacifico. Inoltre, poiché l’allattamento al seno dà la possibilità di conoscere istintivamente il bambino e i suoi bisogni e di percepirlo chiaramente durante la notte, la madre si può dire sicura di averlo sempre sotto controllo in caso di problemi o necessità, in tutta sicurezza. Questo senso di fiducia e protezione aiuta sia il piccolo che la madre a trascorrere un sonno tranquillo e di qualità.
Il sonno condiviso incentiva l’allattamento al seno
Il discorso dei benefici dell’allattamento sul sonno condiviso può essere fatto anche al contrario. Si può infatti affermare che sia anche il sonno condiviso ad agevolare a sua volta l’allattamento al seno, non solo perché dormendo insieme al piccolo, la madre sente il bisogno di un legame che può ottenere con l’allattamento, ma anche perché una volta sveglio il bambino richiede di essere nutrito e la madre può facilmente e rapidamente soddisfare la sua richiesta di cibo, in modo sicuro e naturale.