La recente abolizione dei voucher già ha manifestato i suoi effetti negativi penalizzando, ancora una volta, le mamme e in generale tutte la categoria femminile. Non c’è che dire: una misura che nasce per frenare gli abusi legati all’utilizzo improprio dei voucher, ma che di fatto non tutela le mamme lavoratrici.
Sparito il voucher baby sitting
La mamma lavoratirce si trova a non poter più usufruire dei voucher baby sitting che poteva utilizzare in sostituzione del congedo parentale. L’unica via d’uscita è quella del contributo di 600 euro per l’asilo nido: le dipendenti ne hanno diritto per sei mesi, le lavoratrici autonome per tre. L’Inps sta cercando di supportare le mamme che hanno dovuto, loro malgrado, rinunciare alla baby sitter lasciando aperto l’accesso al sostegno previsto fino a esaurimento delle domande nei nidi.
Sarà possibile usare i voucher acquistati entro il 31 dicembre
I voucher utilizzabili entro il 31 dicembre sono solo quelli già acquistati. Fino alla fine dell’anno è dunque possibile usufruirne per lavori occasionali, domestici, stagionali, insomma tutto quel lavoro che assorbiva in maggioranza le donne che non hanno lavoro dipendente. Paradossalmente si corre il rischio di favorire il lavoro nero e sommerso quando la misura dei voucher era nata proprio per contrastarlo e tutelare forme di lavoro non continuative.
Non ci volevano tanti cervelloni per capire che lavoro interinale, lavoro occasionale…. Dovevano essere ben classificati. Non si possono applicare certi “contratti” a tutte le categorie, come invece hanno fatto. Ad esempio, io lavoro in porto ed ho visto applicare il contratto interinale ai lavoratori portuali, che è come aprire la porta alle morti bianche, perché non puoi prendere una persona e farle fare per 2 mese lo scaffalista nel supermercato e poi sbatterlo in banchina dove la cosa più leggera che si muove pesa oltre 1 T.
Invece cosa fanno, piuttosto che definire meglio il campo di applicazione, annullano tutto, giusto in tempo per dare il via al lavoro nero stagionale.