Legittimo ma infondato allarmismo sull’incidenza dei farmaci nella malformazioni dell’embrione: un’iniziativa di sensibilizzazione promossa dell’Agenzia italiana del farmaco per fare chiarezza.
Assumere farmaci in gravidanza, molto spesso, è causa di forti ansie e preoccupazioni da parte di molte donne. Questa preoccupazione, anche se assolutamente comprensibile e legittima, spesso porta alla mancata assunzione di un farmaco necessario per un’adeguata cura.
Questo sentimento è molto diffuso nell’opinione pubblica, ma -nonostante questa diffusa credenza- la preoccupazione è certamente priva di qualunque fondamento. Non è assolutamente consigliato, infatti, precludersi la cura farmaceutica per via di possibili ricadute negative sul feto, poiché la mancata cura della madre può incidere negativamente sulla salute e il regolare sviluppo del feto, essendo questi un unico organismo.
Potrà essere solo un medico a indicare l’uso o meno di un farmaco e il relativo dosaggio.
Si ha motivo di pensare che la preoccupazione sulla cura farmacologica in gravidanza scaturisca dalla diffusione di informazioni spesso distorte -e poco spiegate e approfondite- sulla teratogenesi (cioè la malformazione e lo sviluppo anomalo del feto).
Gli effetti teratogeni hanno una molteplicità di cause, spesso molto difficili da rintracciare con esattezza. Tuttavia, non sfugge di certo ad un medico la correlazione causale tra un farmaco e i possibili effetti negativi sul feto. Bisogna anche ricordare, per completezza, che solo il 2% degli effetti teratogeni sono dovuti all’assunzione di farmaci in gravidanza (una percentuale bassa, ma certamente bassissima se rapportata all’allarmismo diffuso su questo aspetto).
Attualmente è in atto una campagna di sensibilizzazione sul tema della cura farmacologica in gravidanza.
Questa iniziativa, chiamata ”Farmaci in gravidanza”, ideata dall’Agenzia italiana del farmaco, ha tra le sue finalità quella di spiegare la necessità di una cura farmacologica durante la gravidanza ai cittadini e agli operatori sanitari; inoltre l’iniziativa ha anche lo scopo di rimuovere le distorsioni informative che spesso inquinano la corretta e adeguata informazione sul tema, utilizzando i canali mediatici più efficaci.
Oltre ad una corretta informazione sulla cura farmacologica in gravidanza, l’iniziativa in questione mira ad una sempre maggiore formazione scientifica degli operatori sanitari sull’impiego dei farmaci durante le gravidanze (in rapporto a patologie comuni o specifiche del paziente).
In generale, quindi, un farmaco prescritto da un medico deve essere assunto per la salute della madre e del bambino.
Dunque è possibile affermare che: la cura farmacologica non è incompatibile con la gravidanza.
La cosa migliore da fare è in ogni caso quella di ascoltare un medico, che certamente ci indicherà la giusta cura e l’adeguato dosaggio del farmaco, che eventualmente andrà via via modulato e rivisto (grazie ed un costante monitoraggio della gravidanza).