In questi giorni difficili, nella testa delle future mamme combattono sentimenti contrastanti: da una parte la gioia e l’impazienza di conoscere il proprio bambino, dall’altro la preoccupazione di dover affrontare un momento così importante nel bel mezzo di una pandemia globale.
Ogni donna incinta, in queste settimane, si sta interrogando sulle possibili conseguenze del Coronavirus sulla propria gravidanza.
Per fare il punto sulle domande più comuni, tra falsi miti e realtà scientifiche, abbiamo chiesto all’esperto: ecco le risposte del prof. Claudio Giorlandino, ostetrico e ginecologo, specializzato in diagnosi prenatale e medicina materno-fetale, a capo del Centro Altamedica di Roma.
1. Posso trasmettere il virus al feto?
La letteratura scientifica ci rassicura: è davvero molto difficile che l’infezione passi dalla gestante al feto, anzi le donne in gravidanza potrebbero contare sull’aumento dei fattori di protezione del sistema immunitario, di globuli bianchi e linfociti.
2. Cosa devo fare se penso di aver contratto il Coronavirus o di essere stato esposto a qualcuno positivo?
Esattamente le stesse cose di una persona non in gravidanza: contattare il medico di famiglia che, a seconda del rischio, deciderà quale procedura (ben nota e stabilita) dev’essere applicata al caso specifico, dalla quarantena domiciliare all’ospedalizzazione per maggiori controlli.
Un’informazione utile: dato che è stato accertato che il virus può essere trasmesso anche attraverso le feci, è necessario disinfettare i servizi igienici prima che la donna gravida li utilizzi.
3. In caso di sintomi in gravidanza (tosse e febbre), esistono controlli specifici che devo fare?
No, come in precedenza si seguiranno le stesse procedure delle persone non gravide: con l’ok del medico, si eseguiranno i tamponi negli appositi locali di triage degli ospedali.
Oltre ai tamponi, soprattutto in Nord Europa, si stanno effettuando i test sugli anticorpi: grazie a questi test, è possibile stabilire se una paziente ha già contratto il virus, anche in maniera asintomatica, quindi ha già una resistenza anticorpale al virus (gli anticorpi si sviluppano generalmente una decina di giorno dopo l’esposizione).
4. In caso di Coronavirus (con pochi o nessun sintomo), c’è rischio di aborto?
No, non esiste correlazione tra aborto e infezione, né tra infezione e sofferenza fetale, registrata in soggetti normali.
L’unica casistica riportata è il parto pretermine ma non si è ancora certi della correlazione, considerando che il fenomeno comunque riguarda il 15% delle gravidanze.
5. Il virus potrebbe influenzare il parto?
In assenza di sintomi, non abbiamo casi di influenza sulla tipologia di parto. In presenza di sintomi, sarà il ginecologo, in accordo con il pediatria, l’infettivologo e, soprattutto, l’anestetista, a stabilire il tipo di parto.
In ogni caso, l’anestesia epidurale o spinale sono tranquillamente utilizzabili.
6. Cosa succede se sono positiva e vado in travaglio?
Le dinamiche sono identiche al parto “normale”. Ci sarà solo bisogno di maggiore attenzione nella limitazione dei contatti, sempre in accordo con il centro in cui si partorirà.
7. Devo cambiare il mio programma di assistenza prenatale, in questo periodo?
Non si devono prevedere modifiche al protocollo di esami concordato con il proprio ginecologo, ostetrica, ospedale, centro medico o casa di cura. Quindi, la valutazione dei parametri e il rispetto della dieta devono essere costanti.
8. Come posso effettuare i controlli programmati se sono in quarantena o non voglio rischiare, uscendo di casa?
Per tutto il periodo della quarantena, il centro Altamedica offre un servizio gratuito di prelievo a domicilio, in tutta Italia, per effettuare il test del DNA fetale.
Attraverso un numero attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, le future mamme possono trovare risposte a tutti i loro dubbi in tema di anomalie genetiche e prenotare il test direttamente a casa; il nostro referente di zona organizzerà con la paziente le modalità di prelievo, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza. Il numero è 068505800.
9. È vero che con il caldo il virus si “disattiva”?
No, l’effetto del caldo è un altro: le goccioline di saliva che si creano con il vapore acqueo a causa del freddo, con l’aumento delle temperature si riducono, riducendo così la trasmissione del virus.
10. Posso allattare al seno anche se positiva?
La questione è dubbia: nelle linee guida inglesi, la pratica è permessa, perché il latte materno non contiene il virus. Personalmente, lo sconsiglio solo per motivi igienici, ma nulla vieta l’utilizzo di un tiralatte.
Post in collaborazione con Altamedica Healthcare Center