Lo yoga è un’antichissima disciplina induista, che attraverso posizioni (Asanas) volte a stimolare i punti di energia presenti nel nostro corpo (il Prana, energia vitale) e un attento controllo ritmico del respiro (il Pranayama), apporta notevoli benefici al nostro organismo, sia dal punto di vista fisico che psicologico.
Attraverso la voce guida di un maestro, si riesce a liberare la mente dai pensieri negativi, che rendono contratti i muscoli e la corteccia cerebrale. Grazie alle posizioni e al ritmo del respiro si ossigenano i tessuti e si sciolgono le tensioni nervose.
La gravidanza, momento in cui la calma e la positività sono davvero importanti, può essere un buon periodo per iniziare a praticare yoga. Anche il controllo del respiro, in vista del parto, è un aspetto da non sottovalutare, specialmente durante il travaglio, per scandire in maniera armoniosa i ritmi delle contrazioni. Imparare a gestire in maniera corretta le emozioni e curare l’immissione e l’emissione dell’aria, sono validi aiuti per conoscere meglio il proprio corpo e vivere questi momenti importanti in maniera serena e rilassata.
Per iniziare a praticare yoga non serve alcuna particolare preparazione fisica. Basta un abbigliamento comodo, un tappetino di gomma (che molto spesso è già presente nei centri specializzati) e la giusta predisposizione mentale a lasciarsi guidare.
Si può iniziare fin dai primi di gravidanza. Durante il primo trimestre, tutte le posizione sono sicure e senza controindicazioni. Nei trimestri successivi, invece, è bene concentrarsi su quelle che permettono di rafforzare i muscoli del pavimento pelvico e della schiena. Queste due zone del corpo, area pelvica e schiena, infatti, sono quelle messe più duramente alla prova dalla gravidanza e dal parto ed è bene quindi tutelarle ad allenarle per avere una ripresa più rapida nel periodo post-partum.
Oltre che esercizio fisico, lo yoga è un vero e proprio “way of life”. Vivere la quotidianità con il giusto equilibrio psico-fisico, permette di affrontare le difficoltà impreviste in maniera razionale ed obiettiva. Come diceva Confucio: “Se non c’è rimedio, perché ti arrabbi? E se non c’è rimedio, perché te la prendi?”