Controllare la vista nel neonato è molto importante, fin da subito. Con piccoli accorgimenti, infatti, si possono prevenire eventuali problematiche sviluppabili in futuro. Uno degli esami essenziali per la vista già nei primi mesi, è il cosiddetto test del riflesso rosso del fondo dell’occhio.
Test del riflesso rosso nel neonato: di cosa si tratta
Come spiega Paolo Capozzi, responsabile di Chirurgia e Attività Ambulatoriali all’Oculistica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma: “Il test del riflesso rosso del fondo dell’occhio serve a escludere le più importanti patologie a carico di cornea, retina e cristallino, tra cui la cataratta congenita, il retinoblastoma o il glaucoma congenito”. In alcuni casi viene effettuato già al momento della nascita, ma in ogni caso, dev’essere ripetuto dal pediatra curante nei controlli periodici dei primi mesi (per almeno due volte a distanza di 4/5 mesi).
Test del riflesso rosso nel neonato: come si fa
Come prosegue Capozzi: “Deve essere eseguito utilizzando una goccia di collirio che dilata le pupille e con l’oftalmoscopio diretto, altrimenti si rischiano troppi falsi positivi o falsi negativi”. La luce bianca emessa dall’oftalmoscopio, infatti, riesce ad attraversare le parti trasparenti dell’occhio arrivando fino alla retina. Il risultato è negativo (cioè va tutto bene) se la luce diretta sull’occhio diventa rossa (simile al riflesso del flash della macchina fotografica).
Il test è di facile esecuzione perché il bimbo resta in braccio alla mamma o al papà e non viene in alcun modo disturbato. Nonostante la sua semplicità, però, questo test è importante perché è in grado di evidenziale l’eventuale presenza di patologie già in essere o di possibile evoluzione futura.
Come continua Capozzi: “La cataratta congenita, che colpisce un bambino su 10mila, rappresenta una delle cause maggiori di cecità nell’infanzia e va diagnosticata il prima possibile”.