I tic infantili spesso vengono sottovalutati e alcuni genitori, non sapendo cosa fare, addirittura rimproverano il bambino che stringe i pugni, strizza gli occhi, scuote la testa o altro. In realtà i bambini manifestano in disagio che non riescono a esprimere a parole.
Tic nei bambini: sintomo di un disagio
I tic sono dei movimenti involontari ripetitivi che possono interessare la motricità come i movimenti del collo, dei piedi o l’odorare tutti gli oggetti oppure vocali come quello di sbuffare, raschiarsi la gola o grugnire.
I tic costituiscono di fatto il modo attraverso il quale il bambino sfoga la rabbia, la tensione o un’angoscia che lo tormenta. Quando si tratta di bambini è sempre indispensabile tenere ben presente che le loro forme di comunicazione sono diverse da quelle degli adulti ed è necessario cercare di capirli interpretando al meglio le loro reazioni.
Tic nei bambini, attenzione alla cronicità
Se il tic dura nel corso del tempo cronicizzandosi, può essere associato a sentimenti di ansia, frustrazione e vergogna. Spesso questa tipologia di tic si presenta nella fase preadolescenziale e negli anni seguenti e si abbina a una chiusura in sé stessi e a una timidezza talvolta eccessiva. Per cercare di ovviare al problema, il primo passo da fare è quello di rivolgersi a uno psicologo infantile. Il professionista aiuterà il bambino a esprimere i suoi conflitti interiori in maniera diversa o a liberare le sue ansie mediante tecniche efficaci.
Mai sgridare un bambino che manifesta dei tic nervosi
È fondamentale non sgridare chi è affetto da questo disturbo e nemmeno mostrarsi preoccupati o ansiosi dinnanzi al verificarsi del tic. Cercate invece di creare attorno a lui un ambiente sereno, rilassato e piacevole da vivere in qualunque situazione in modo tale che, di conseguenza, anche il bambino possa stare più tranquillo. Iperproteggerlo lo metterebbe ancora più in soggezione ma nemmeno è opportuno sottovalutare il problema.