Studio, lavoro, realizzazione personale e professionale sono solo alcuni dei tanti motivi per cui, oggi come oggi, sempre più donne ritardano nel tempo il momento della prima gravidanza. Come ben sappiamo, la fertilità delle donne non rimane costante negli anni, ma tende a diminuire con il passare delle stagioni; non è infrequente, quindi, che nel momento in cui una donna decida di avere un figlio la sua fertilità sia in diminuzione.
Per far fronte a questa situazione, la ricerca scientifica ha messo a punto il social freezing, cioè la conservazione degli ovociti a scopo precauzionale. Si tratta di utilizzare le tecniche di crioconservazione degli ovociti (i gameti femminili) per “mettere da parte” gli ovuli e utilizzarli in futuro, qualora la fecondazione in maniera spontanea non vada a buon fine per usarli nelle tecniche di procreazione medicalmente assistita.
Le destinatarie della conservazione degli ovociti a scopo precauzionale sono le donne che intendono rinviare nel tempo la gravidanza per motivi personali, ma anche coloro che vengono sottoposte a procedimenti di chemioterapia che potrebbero compromettere la loro fertilità o donne che hanno familiarità con la menopausa precoce.
Il procedimento di social freezing si compone di diverse fasi: in un primo momento c’è un colloquio, seguito da una serie di analisi e esami diagnostici per valutare la riserva ovarica. Il prelievo degli ovociti richiede circa 15 minuti di tempo ed è indolore; una volta prelevati, i gameti vengono immersi nell’azoto liquido (-196°C) e conservati.
Dopo il prelievo, la donna viene tenuta sotto osservazione per qualche ora e, una volta dimessa, le viene consigliato un giorno di riposo. Generalmente, prima del prelievo la donna viene sottoposta a una stimolazione ormonale per favorire la produzione di ovociti.
Infine, occorre specificare che il social freezing è subordinato alla qualità e al numero di ovociti della donna.