Sai come sono i bambini, incrociamo Daniela al parco, e cinque minuti dopo si autoinvita a casa nostra. Sua madre si schermisce un po’.
“No, vieni, venite, non ti preoccupare.”
Mi piacciono le cose al volo, gli incontri che si estendono oltre il parco giochi. Conteggio in fretta: è giovedì, si può fare, anche se sporcano, poi puliamo il grosso nel fine settimana. E, tuttavia, invito tutti a levarsi le scarpe e lavare le mani quando si entra in casa. Siamo abituati così.
Le bambine sono andate in camera, fanno un pic-nic sul tappeto, scacciano Isabelle, troppo piccola per le loro avventure. Simona se la prende, legge un libro cartonato sul divano.
“È nella fase di mezzo: dorme di meno ma non gioca di più.”
Quindi, a conti fatti, è esponenzialmente aumentato il tempo da dedicarle occupandola. L’oretta di sonno è una parentesi così fugace che non riesco a fare niente. E per “niente” intendo “niente di valido.”
“Mi ricordo anch’io, quando Dani era piccola, faceva il sonnellino, allora mi sbrigavo, i pavimenti, il bagno, stirare… Mamma mia, si svegliava lei, e io ero già stanca, ero più stanca di prima!”
I lavori domestici mentre lei dormiva?
Mi era sorto un recondito dubbio che Simona, da buona donna del sud, sia dedita alla casa un abbondante 400% in più della sottoscritta, mi era rimasta impressa quella volta – prima dell’estate – che mi disse “Pulisco tutto che domani partiamo”. Ma se parti che pulisci, per i ladri?
Ma l’idea di fare la casalinga quando finalmente puoi non fare la mamma è fuori dalle mie corde.
Passare l’aspirapolvere puoi farlo col piccolo nella fascia porta bebè (quando è piccolo), o nel box, o lasciare che ti segua gattonando (e spazzolando automaticamente a sua volta con le ginocchia). Stendere puoi farlo mentre gioca o mentre piange (certo è preferibile la prima, ma trattasi di condizione difficilmente duratura), o farti passare i capi umidi da lui stesso quando è più grandicello.
Isabelle aiuta a mettere in lavapiatti e a togliere, anche se normalmente esegue l’operazione in senso opposto a noi. Sciacquare le tazze della colazione con lei attorcigliata alle mie gambe è per me ormai consuetudine radicata. Fare la polvere è attività che puoi tranquillamente gestire ballando a suon di Popoff mentre lei scodinzola per il salotto.
E allora…quando dorme?
Non mi dire che non ti vengono idee.
Leggere un libro con le pagine anziché i cartoncini, scrivere qualcosa che non sia la lista della spesa, telefonare (non alla pediatra o a tua madre), guardare un film con le tette debitamente riposte nel reggiseno. O anche, perché no?, semplicemente Nulla.
Il “nulla” è un’attività sottovalutata. La trovo terribilmente rigenerante, presa a piccole dosi, qua e là, quando la vita e la prole me la concedono. Il nulla è il ventre del tutto: da lì, poi, nascono le cose migliori.
Insomma la regola è semplice: se tuo figlio dorme, fai qualcosa di alto valore, di dolcemente piacevole, e di grande soddisfazione. Qualcosa che contribuisca al tuo senso di “bello”.
Se poi le faccende domestiche rientrano per te in questi parametri fammi sapere, che ti invito a pulire anche qui.