Una neomamma alle prese col suo primo figlio non trova un terreno tutto in discesa, o meglio, può trovarlo, ma i casi sono veramente pochi. Ahimè, è più facile che si presenti la situazione opposta, cioè che tutto sia (meglio dire sembri) in salita.
Questo perché se da una parte è vero che il bambino cresce dentro la mamma, è anche vero che mamme si diventa, e per l’appunto non è propri così facile.
Scatti di crescita arrivati al terzo mese del bambino: cosa significa?
Capita però che dopo qualche giorno d’assestamento, la copia mamma-bambino trovi i suoi ritmi, la sua personale organizzazione e che tutto proceda per il verso giusto. Poi, all’improvviso, arrivati al terzo mese, il bambino comincia a piangere, a volersi attaccare più spesso al seno, a mostrarsi irrequieto.
Contemporaneamente notiamo che il seno diventa più morbido e qui, al 99,9% dei casi ci scappa un bel “mi sta finendo il latte” o “ti sta andando via il latte” se si chiede consiglio a qualche “esperta” parente o amica.
Ma in realtà cosa sta succedendo? Partiamo dal principio. Per quanto riguarda l’irrequietezza del bambino ci sono principalmente due situazioni.
La prima, quando cerca spesso il seno e aumenta il numero e la durata delle poppate è uno scatto di crescita che, orientativamente, avviene al terzo mese. Niente panico, state rilassate e assecondare le richieste del bambino, il seno si calibrerà sulle nuove necessità del neonato.
Crescita del bambino: attenzione agli stimoli esterni
Nel secondo caso, invece, può trattarsi di un’iperstimolazione del bambino dovuta a fonti esterne che lo inducono in uno stato di agitazione; in questo caso portiamolo a passeggio al parco e accendiamo meno la TV. Il seno sgonfio non indica un’improvvisa mancanza di latte.
Il latte non si secca, non sparisce, non diminuisce e non se ne va da nessuna parte. Se la produzione cala è perché ci sono interferenze, quali ciucci e biberon o somministrazione di tisane varie ed eventuali. Diversamente, è solo un discorso fisiologico di un seno già calibrato e che produce la giusta quantità di latte.
Scatti di crescita: come interpretare la diagnosi pediatrica
C’è poi un’altra cosa da considerare, il pediatra. Prima di farvi mandare in crisi dicendovi che il bambino non aumenta di peso, sinceratevi che le famigerate curve di crescita che segue siano quelle di bambini italiani allattati al seno, perché va da sé che la curva di crescita di un bambino allattato con latte artificiale non sia esattamente la stessa.
In definitiva, la soluzione migliore è fare spallucce e andare avanti per la vostra strada, ché l’istinto di mamma difficilmente sbaglia. Un’ultimo consiglio, infine, è quello di avere un po’ di pazienza, dopotutto il terzo mese non è per sempre!
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