Il ruttino del neonato permette al bambino di liberarsi dell’aria che ha introdotto nello stomaco durante la poppata. L’aria che rimane intrappolata all’interno dell’organismo può infatti causare fastidiosi malesseri come gonfiori addominali e una maggiore frequenza di coliche gassose al livello intestinale.
I bambini che solitamente sono più voraci tendono a ingerire più aria tanto quanto quelli alimentati con i biberon. Infatti la tettarella consente di effettuare poppate più veloci rispetto al seno e di far ingoiare un po’ più di aria.
Il ruttino del neonato non indica la fine della digestione
Una falsa credenza popolare indica che il neonato ha terminato il processo digestivo quando fa il ruttino. Si tratta solo di una diceria che non ha alcuna attinenza alla realtà.
L’emissione dalla bocca dei gas contenuti nello stomaco non ha niente a che fare con la digestione e ci sono bambini che digeriscono benissimo senza fare il ruttino dopo i pasti. È consigliabile mantenere in posizione verticale i neonati per almeno un quarto d’ora prima di coricarli per aiutarli a eliminare dalla bocca l’aria ingerita ed evitare il rigurgito.
La bolla gastrica e il ruttino del neonato
Spesso è il neonato a manifestare disagio e a staccarsi dal seno della mamma o dal biberon. Generalmente lo fa a metà poppata quando sente il bisogno di liberarsi dell’aria immessa nello stomaco prima di riprendere a mangiare.
A volte può innervosirsi, puntare i piedi oppure inarcare la schiena per manifestare lo stesso identico problema. Nello stomaco infatti si forma quella che viene chiamata bolla gastrica formata da aria che dona un senso di sazietà momentaneo. Prima di far poppare di nuovo il neonato, è necessario dunque aiutarlo ad espellere il gas mantenendolo in posizione verticale.
Maax Bonat Spini Fabio Milva Quaini
Angelo Pedota