Gambe lunghissime e slanciate, vitino da vespa, seno a coppa di champagne e capelli biondissimi: la Barbie è stata l’icona di bellezza per intere generazioni di bambine e di donne, ma – diciamoci la verità – l’idea di bellezza che proponeva è in buona sostanza irraggiungibile. O meglio, irreale.
Per stare al passo con i tempi e rompere con uno stereotipo di bellezza femminile potenzialmente pericoloso per il messaggio che sottintende (si è belle solo se si è alte e magrissime), la Mattel – storica casa produttrice della Barbie – apre a una rivoluzione epocale e lancia sul mercato delle nuove tipologie di Barbie, pensate per essere più “umane”.
Così, accanto alla Barbie alta e magra, le bambine di oggi avranno come compagne di giochi anche la Barbie bassa e quella curvy. Inoltre, le nuove Barbie saranno molto diverse le une dalle altre per colore della carnagione e taglio dei capelli, perché la bellezza femminile è un universo ricco di mille sfaccettature.
Il concetto, dunque, è quello di non identificare più la bellezza con il peso. Questa piccola rivoluzione in casa Mattel è stata salutata con entusiasmo anche dai pediatri, secondo i quali le nuove bambole lanciano un messaggio positivo e aiutano le bambine nel processo – spesso difficile – di accettazione del proprio corpo, con tutti i difetti e le imperfezioni che lo caratterizzano.
È solo una bambola, dirà qualcuno, ma proprio le bambole hanno un grande impatto nella costruzione dell’immagine che si ha di sé, in quanto rappresentano uno dei primi modelli di bellezza femminile con cui le bambine si confrontano subito prima della delicata fase dell’adolescenza.
La sovraesposizione a modelli di bellezza irreali e patinati crea generazioni di donne risucchiate nel vortice della ricerca della perfezione, della non accettazione di sé e dei disturbi alimentari: per invertire la rotta servono nuovi modelli culturali e l’avvento delle nuove Barbie traccia forse un piccolo passo in avanti su questa strada.
Voi cosa ne pensate?