Alcuni studi hanno rilevato che un padre affetto da depressione influenza in maniera negativa lo sviluppo psichico ed emotivo del proprio figlio. È pertanto importante che si attivino dei percorsi terapeutici ad hoc anche per i neo-papà, e non solo per le neo-mamme, che mostrino disturbi psichici nella fase del post-partum.
Uno studio scientifico condotto dai ricercatori della Northwestern University e coordinato dal docente di psichiatria Sheehan Fisher, ha dimostrato che la depressione paterna (ma anche quella materna) produce effetti deleteri sulla personalità del bambino, sin dal suo primo anno di vita. Un padre depresso è carico di emozioni negative e, di conseguenza non riesce a stabilire con il proprio piccolo un legame positivo, alimentando un allontanamento progressivo. In particolare, a detta del professor Fisher: “La depressione affligge il modo in cui le persone esprimono le emozioni, e può portare ad un cambiamento del loro comportamento”. Questa situazione può determinare d’altra parte, dei veri e propri problemi comportamentali durante la crescita del bambino. Ad esempio, il piccolo potrebbe diventare aggressivo, triste, ansioso, bugiardo e/o incapace di instaurare rapporti sereni con il gruppo dei pari e con gli adulti. In altri termini lo studio ha dimostrato che i figli di papà depressi, non diversamente da quanto capita con le mamme affette dallo stesso male oscuro, finiscono con l’assorbire i disagi psichici del genitore e manifestare, di conseguenza, comportamenti inadeguati.
La depressione post-partum paterna necessita di cure ad hoc
Fisher ritiene che anche per i neo-papà depressi, e non solo per le neo-mamme, dovrebbero essere previsti dal protocollo sanitario dei trattamenti terapeutici specifici mirati a guarire il loro “male oscuro”. In particolare l’autore dello studio ritiene che sia necessario un intervento tempestivo affinché la depressione genitoriale non si protragga nel tempo e affinché si limitino i danni a carico del benessere psichico dei figli.