Poter essere liberamente mamma conciliando maternità e lavoro come dipendente è più difficile di quanto si immagini. A dirlo sono i dati: secondo le ultime ricerche di settore, infatti, sono oltre mezzo milione le donne che ogni anno costrette a subire diverse forme di mobbing a causa della maternità. Dalle vessazioni, alle discriminazioni, passando per le ingiustizie quotidiane che minano la stabilità e le certezze di chi, con passione e amore, porta avanti la gravidanza e ha pieno diritto di poter curare il proprio figlio: sono queste alcune delle principali manifestazioni dei datori di lavoro che puniscono le neo mamme a causa del concetto malsano legato alla “poca produttività della risorsa per un determinato periodo di tempo”.
Molte donne, per questa ragione, sono addirittura costrette a coprire la pancia durante le ore di lavoro per mascherare il più possibile uno dei capisaldi che regola il mondo da quando questo esiste come la procreazione. Una situazione inaccettabile da sempre, ma tanto più in un contesto globalizzato di società come quello odierno, in cui le idee smart sembrano permeare tutte le sfaccettature della quotidianità delle mamme, tranne quella lavorativa.
L’Italia purtroppo dimostra di non essere, professionalmente parlando, un Paese per le mamme. Una valutazione forte, magari troppo generica, ma che fotografa al meglio uno spaccato della nostra società che i dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale Mobbing non fanno altro che confermare. Considerando solo gli ultimi 5 anni, i casi di mobbing nello Stivale sono aumentati di oltre il 30%, con circa 800 mila donne costrette a dimettersi, di cui quasi la metà a causa delle discriminazioni per la maternità.
Cosa fare, quindi? Ciò che balza all’occhio analizzando i dati è che, rispetto a questi numeri, le denunce effettivamente presentate e i ricorsi avanzati sono marginalissimi e così, ad averla vinta, sono spesso le aziende. Per questa ragione è necessario che la sensibilità delle neo e future mamme cresca verso l’idea di protezione di un diritto inalienabile come quello della maternità. Creare un forte contrasto verso questo tipo di atteggiamenti è il primo passo in un percorso di cambiamento che l’Italia deve fare per poter diventare un Paese a misura di mamma.
Vero! Uno schifo! per diventare mamma al giorno d’oggi quando si lavora…ci vuole coraggio e poca voglia di dormire!
L’Italia è un paese dove esistono solo i “Doveri”…..e mi dispiace dirlo ma nel 2015 noi donne in maternità che stiamo x diventare mamme siamo discriminate!!!!!
L’Italia è un paese solo per i maschi:;(
Che è proprio vero! Ad iniziare dalla scuola pubblica che tutto è fuorché a misura di mamma che lavora… Della serie che se non hai nonni o tata scuola privata, che, se ti fai i conti, ti conviene stare a casa!
Esatto