La gravidanza, per una donna, è un periodo felice ma anche molto impegnativo, fatto di tanti dubbi e incertezze. Fatto di tante domande e poche risposte certe: se si riuscirà ad essere buone madri, se si sarà capaci di accudirlo nel modo giusto, fino alle domande più scontate, come ad esempio se sia meglio utilizzare il ciuccio o se i pannolini biologici siano un’alternativa valida all’usa e getta.
Giuseppe Ferrari, primario emerito di Pediatria e neonatologia dell’Ospedale Mauriziano Umberto I di Torino, che ha alle spalle un’esperienza cinquantennale, ha deciso di racchiudere la sua esperienza nel libro, edito da Sonzogno, “Mamma in tre ore. Come sopravvivere alla nascita del bebè“, per fugare i dubbi e calmare le ansie delle future mamme.
I concetti chiave del dottor Ferrari
Il dottor Ferrari, nel corso della sua carriera, ha conquistato il consenso di moltissime madri seguendo una semplice filosofia: ascoltare il bambino, sempre e comunque. Filosofia che si traduce in due concetti fondamentali:
- la mamma è nata per il suo ruolo, e sa istintivamente cosa fare (anche le mamme preistoriche lo sapevano, già migliaia di anni fa);
- il bambino è il miglior pediatra di sé stesso. Fin dalle prime ore di vita, infatti, sa esattamente cosa vuole ed usa un linguaggio tutto suo per ottenerlo.
Come sopravvivere alla nascita del bebè? Buonsenso…
Tra i capitoli del libro, che, ci assicura il dottore, si legge nel tempo di un viaggio in treno da Roma a Milano, ci sono molti consigli di puericultura, ma anche risposte a domande semplici, a volte banali, ma che sono in grado di mandare in crisi una mamma alle prime armi.
Risposte che sono facili da trovare, se si utilizza il buonsenso. Dall’abbigliamento, all’allattamento, alle vaccinazioni “[…] un dovere che i genitori hanno verso il proprio figlio e verso la comunità […]”, tanti consigli utili e preziosi, capaci di tranquillizzare anche le mamme più ansiose. Strappando loro anche qualche risata.
E, alla fine, alcuni aforismi, capaci anche di far riflettere.
Uno su tutti: “Il più grave errore che i genitori possono commettere nel primo anno di vita nei riguardi del bambino è sottovalutare la sua intelligenza“.