Qualche tempo fa, ho letto il post di una blogger che parlava della casalinghetundine delle mamme. I termini erano poco edificanti. Francamente, anche un po’ violenti. Ma chissenefrega, mi sono detta. Ognuno ha la propria opinione. Poi, ho letto i commenti sotto, tutti, ma proprio tutti, erano d’accordo con lei. La cosa mi ha sorpresa. Qualche giorno dopo, su un forum, ho letto dello stesso argomento. Anche se con termini più pacati, veniva esposto lo stesso concetto.
La mamma casalinga è una mamma che ha Scelto quella vita; in realtà è Solo Disoccupata; lavora meno rispetto a quella che sta in ufficio; non crede nella parità dei diritti; perde tempo al bar con le amiche, e poi pretende lo stipendio come casalinga.
A me è venuta la pelle d’oca, per due motivi: la generalizzazione di situazioni che possono essere molto diverse; la solita guerra fra “povere”. Intendendo come povere, persone che si fanno il mazzo comunque, a casa, o fuori, poco importa. Al posto di comprendersi, ci si giudica parecchio e male.
Io, di mamme casalinghe che passano il tempo al bar, non ne ho viste. Forse frequento gente diversa. Di mamme che Volevano fare le casalinghe, non ne conosco. Molto spesso, non sono bastate lauree, esperienze all’estero, o gratificanti contratti, ad assicurare un posto da dirigenti. Forse le mie conoscenze sono limitate.
E poi, c’è un altro aspetto. Sovente, ritrovarsi in casa, a fare la disoccupata/casalinga, si può ritrovare una dimensione che ti permette di apprezzare il bello che comunque hai, senza sputare in faccia agli altri, i lavori che avresti voluto fare, o per i quali ti sei fatta il mazzo. Si tratta di dare valore a quello che si ha, senza pensare a quello che si è perso. Magari hai perso il lavoro e c’è poco da scherzare, ma conservi una dignità che, evidentemente, non ha chi ride di te.
Di mamme casalinghe che arrivano a fine giornata più fresche di quelle che sono dietro una scrivania, non ne ho viste a iosa. Alle volte, le casalinghe non hanno sostegni, anzi, alle volte, oltre la nuova famiglia, hanno anche l’onere di occuparsi dell’altra. Mentre, può capitare, che chi lavori, abbia babysitter e dei nonni, e la spesa fatta, che lavori non in modo usurante o particolarmente impegnativo.
Può essere così, come può non esserlo. Questo, per dire, e lo sottolineo a scanso di facili equivoci, che non si può generalizzare. E’ da canaglie.
E poi, chi lo dice che la parità fra i sessi si veda solo nel lavoro? Perché se tutti e due lavorano, ma è solo la donna, poi, che va a cucinare e a lavare i piatti, c’è parità?
La guerra a chi ce l’ha più duro, è triste. Rivela quello che siamo. Soprattutto, rivela quanto siamo infelici, se dobbiamo giudicare duramente altre mamme, per attribuirci del valore.
Che poi… non è che “casalinga” sia per forza la definizione esatta per chi sta a casa. E, comunque, i primi anni del piccolo, sono un valore e un’occasione che non tornerà mai. Il lavoro, invece, anche se con difficoltà, prima o poi magari si trova.
Guarda, non metto il like ma il cuore, perché è un argomento che mi sta nell’animo. Avrei troppo cose da dire a riguardo, mi limito a farti un grandissimo applauso. Interminabile. Sappi solo che, quando apprendono che non ho un “lavoro in ufficio”, mi dicono “sei fortunata, beata te che te lo puoi permettere”, io ribatto “guarda che è dura” e quelle rispondono “ah, ma infatti io non lo farei mai”. E allora perché l’hai chiamata “fortuna”? Le donne si fanno spesso la guerra. Le madri ancora di più, a volte.
Già per il fatto di avere tre figli, non so manco come venga alle persone di domandarti se lavori! Poi, non capisco perchè il lavoro a casa, non sia considerato lavoro. Prendersi cura dei figli, educarli, crescerli è un Lavoro: se lo fai bene, ne beneficerà tutto il mondo, se lo fai male…. bè…. se lo fai male, vediamo quello che succede. E’ un argomento molto complesso, e, come spesso accade, anzichè sviscerarlo, senza pregiudizi, si giudica. Grazie mille !
Questa Blogger è decisamente una persona disoccupata che occupa il suo tempo nel fare la Blogger scrivendo cazzate scusate il termine.
a differenza tua, però, ha una classe che a qualcuna manca
Affermare di avere classe equivale a non averla, come qualcuno che parla in terza persona per parlare di se:-)
non sto parlando di me, ma di chi ha scritto l’articolo (che non sono io, anche se concordo con l’autrice). ps: sé si scrive con l’accento
Scusa ma io ho altro da fare che controllare l ortografia nei messaggi su fb:-) beh dire alle mamme che scelgono di stare a casa che lo fanno solo perché sono in disoccupazione è proprio una castroneria dal mio punto di vista,se la frase la aggrada meglio 🙂
I sacrifici sono tanti come le rinunce, ma ne vale il prezzo, io l’ ho fatto x i miei figli la loro salute e vita viene prima, la ricompensa vederli crescere ed esserci, seguirli.
Spesso chi resta a casa lo fa perché non c’è lavoro o quel che c’è è pagato così poco che non conviene, magari lavorare x pagare la babysitter non ha senso. Però è anche un lusso, nel senso che non c’è niente di più bello di godersi i propri figli in tutti i momenti della loro crescita!
Chi sei tu Blogger x giudicare la mia scelta? Lavoravo partime x 500€ , facevo 100km al giorno una pendolare con i miei figli, loro ci stavano rimettendo la salute , la serenità orari sregolati e sempre di corsa , perche io avevo i minuti contati. x cosa??? Prima di parlare di disprezzare le casalinghe , ascolta cosa c’ e dietro. Sono contenta perché l’ ho fatto x il bene dei miei figli li seguo nello studi nello sport, ci sono quando stanno male. IO CI SONO. E tu????
Però se avessi guadagnato il doppio saresti rimasta, perché avresti potuto permetterti una babysitter. Quindi hai smesso perché il gioco non valeva la candela. Chi fa la casalinga per scelta non cerca altro, perché sa che il suo lavoro ce l’ha già. E sono in pochissime a scegliere di stare a casa, in pochissime.
Siamo obiettive: il lavoro meno appagante perché non retribuito e non apprezzato è proprio questo.
Vero io sono a casa con u miei due bambini per scelta. Ho talento nel mio lavoro che è appagante psicologicamente e molto ben retribuito .ho scelto di essere mamma full time non part time,ho messo da parte le mie ambizioni perché fare la mamma per me è la missione più importante cioè quella di far crescere i miei bambini in due uomini forti seguiti al meglio. Ho 26 anni e vi lascio immaginare quanto possa essere difficile a volte mantenere questa scelta perché per me andare al lavoro è come per un bambino andare al parco giochi.
io ero solo un operaia che anche per fare 10 minuti di pausa dovevo timbrare il cartellino, forse in un altrta vita se avessi studiato chissa, la decisione e’ stata presa in comune accordo con mio marito, non me ne pento.Anzi averlo fatto appena nato il primo figlio gli avrei risparmiato le levatacce alle 5 di mattina per portrlo com me( i miei genitori abitano nei pressi di dove lavoravo) non mi sarei persa i primi passi la sua crescita,seguirli nella scuola nello sporto nella vita quotidiana non ha prezzo neanche 10 bebysitter. No va bene cosi’ non tornerei indietro neanche se avessi un lavoro piu’ retribuoto
Son situazioni. ..