Le disfunzioni della tiroide hanno ripercussioni molto gravi sulla salute e, durante la gravidanza, possono avere degli effetti importanti anche sul feto.
L’ipotiroidismo e i suoi sintomi
La disfunzione più comune della tiroide è l’ipotiroidismo. Il problema coinvolge circa il 5% degli italiani e la maggioranza di questa percentuale è composta da donne. Il problema in questione ha una sintomatologia difficile da identificare ma che comporta una perdita generale del benessere.
Chi ne è affetto ha una perenne sensazione di spossatezza che non scompare nemmeno dopo lunghi periodi di sonno, soffre di stitichezza e può avere un’importante perdita di capelli. Inoltre possono presentarsi forti alterazioni dell’umore, difficoltà di concentrazione e una importante ritenzione idrica. I sintomi sono tanto più evidenti quanto meno la tiroide lavora.
Il funzionamento della tiroide
La tiroide, per regolare il metabolismo del corpo, ha bisogno di iodio. Questo elemento è poco presente in natura se non in alimenti di origine marina come il pesce e le alghe. Dato che questi prodotti non vengono consumati frequentemente in Italia, dal 2005 nel nostro Paese è stata approvata una legge atta a favorire l’utilizzo del sale da cucina arricchito con iodio. Adoperando abitualmente il sale iodiato, si assume un buon quantitativo di questa sostanza così preziosa per il buon funzionamento della tiroide. Se un soggetto adulto ha un fabbisogno di 150 microgrammi al giorno di iodio, durante la gravidanza e l’allattamento il fabbisogno aumenta in maniera esponenziale.
Gravidanza e ipotiroidismo
Nel caso in cui una donna sia affetta da ipotiroidismo o di tiroidite cronica di Hashimoto, è fondamentale che effettui le analisi relative alla funzione tiroidea prima di affrontare la gravidanza e che ne parli con il proprio endocrinologo. Probabilmente il medico fornirà alla donna degli integratori specifici per evitare di riscontrare complicanze talvolta molto gravi durante la fase successiva della gestazione.