Tracy Hogg, infermiera britannica esperta in puericultura, è l’ideatrice del cosiddetto metodo EASY., la fondatrice dell’istituto di formazione Baby Technique e l’autrice del libro “Il linguaggio segreto dei neonati”, un manuale ricco di spunti interessanti e di utili suggerimenti per le neomamme. Vediamo nel dettaglio in cosa consiste e come si articola il metodo Easy di Tracy Hogg.
Per meglio intendere di cosa stiamo parlando partiamo dal significato dell’acronimo Easy (che letteralmente vuol dire facile) e che fa riferimento alle 4 principali fasi di vita quotidiana di una mamma e del suo piccolino: Eat, Activity, Sleep e You. Eat, ovvero “mangiare”, è naturalmente il momento dedicato alla nutrizione del neonato; il termine activity (attività), si riferisce a tutto ciò che avviene nella fase di veglia del neonato (cambio del pannolino, coccole, passeggiata digestiva, ecc.); sleep, dormire, è la fase dedicata alla nanna e, infine You, ossia tu, si riferisce al momento della giornata che la madre dovrebbe necessariamente ritagliare per se stessa. In effetti la Hogg invita le mamme a scandire le giornate in maniera routinaria (pappa, veglia e sonno), stabilendo anche degli orari fissi, in quanto tutto ciò che è prevedibile e abitudinario infonde nei bambini tranquillità e sicurezza. Si tratta sostanzialmente di un metodo che fa appello al buon senso di entrambi i genitori, i quali devono essere in grado di strutturare in maniera razionale ed equilibrata la giornata del proprio piccolo.
D’altra parte l’infermiera britannica suggerisce ai genitori di rivolgersi al neonato chiamandolo per nome, in quanto è fondamentale che venga considerato a tutti gli effetti un piccolo essere umano con il proprio carattere, specifici bisogni e sentimenti ben precisi. Insomma anche un neonato necessita di essere considerato come un individuo dotato di una propria personalità; proprio per questo motivo i genitori, al fine di comprendere al meglio il proprio figlio, dovrebbero prestare particolare attenzione al ritmo, ai cambiamenti e al modo di comunicare del loro bambino. Solo così sarà possibile, secondo la Hogg, imparare a conoscerlo intimamente e a offrirgli le attenzioni e le cure di cui ha realmente bisogno.