L’idronefrosi è un’anomalia congenita, caratterizzata dalla dilatazione dei pelvi e calici renali che ostacola il passaggio delle urine dai reni alla vescica. 1 neonato ogni 1000 può contrarre questa malattia oggi facilmente individuabile durante la gravidanza grazie alle ecografie prenatali e neonatali.
Idronefrosi congenita nel neonato: di cosa si tratta?
Nel 95% dei casi l’idronefrosi congenita riguarda un solo rene, che non riesce a svuotare in modo corretto l’urina nell’uretere, e si manifesta maggiormente nei maschietti, in particolar modo in soggetti predisposti per via di familiari affetti da questa malattia.
Le sue cause più frequenti sono dunque legate ad una malformazione dei tessuti: la giunzione tra i reni e l’uretere è troppo stretta ostruendo il passaggio dell’urina. A poco a poco, i reni perdono la loro originaria funzionalità e, nel peggiore dei casi, possono provocare ipertensione arteriosa.
I sintomi dell’idronefrosi congenita nei neonati
Nei bambini piccoli l’idronefrosi si manifesta soprattutto con vomito, nausea, arresto della crescita o infezioni alle vie urinarie, mentre nei bambini più grandi con coliche renali e sangue nelle urine, ovvero l’ematuria.
Idronefrosi congenita: come si interviene
Per fortuna oggi è possibile diagnosticare l’idronefrosi prima della nascita del bambino grazie ad un’ecografia fetale. Una volta accertata la diagnosi, l’urologo pediatra valuterà il caso in base alla storia clinica del paziente, effettuando diversi esami delle urine e indagini specialistiche sui reni per controllare il loro stato di salute e scegliere la terapia più indicata.
La scintigrafia renale dinamica in tal caso è molto utile per giudicare la funzionalità dei reni e il grado di deflusso delle urine. Nei casi più gravi di ostacolo del passaggio dell’urina, si decide di intervenire con un intervento chirurgico effettuando una piccola incisione su un fianco per rimuovere la parte di uretere stretta e permettere finalmente il flusso delle urine fino alla vescica. Una volta risolto il problema il bambino potrà tornare a condurre una vita normale con i dovuti controlli periodici presso l’urologo.