Piccoli movimenti, i primi gesti, le reazioni del piccolo corpicino nello spazio fuori dal pancione: quante volte ci siamo domandate se i bambini abbiano consapevolezza della propria fisicità nell’ambiente circostante e se controllino, in qualche modo, le proprie reazioni corporee.
Oggi, arriva finalmente la conferma che i movimenti dei bambini, anche di quelli molto piccoli, non siano per nulla frutto del caso: secondo un recente studio, infatti, le aree cerebrali deputate alla gestione del corpo e alla sensibilità dei movimenti siano già sviluppate anche nei neonati con poche settimane di vita.
La scoperta, firmata da una squadra di ricerca al femminile dell’Università di Pisa, dimostra come il cervello del neonato sia già reattivo e predisposto a gestire, con crescente consapevolezza, gesti e reazioni e abbia una buona percezione dello spazio esterno.
Fino ad oggi, invece, le teorie parlavano di un lento sviluppo di queste precise aree neurologiche, suggerendo un perfezionamento del rapporto del piccolo con il proprio corpo in linea con lo sviluppo, l’età e le esperienze di interazione e contatto.
Certamente le fasi di crescita sono fondamentali per costruire nel piccolo una matura consapevolezza di sé. Tuttavia, le aree cerebrali deputate al movimento, come dimostrato da esami clinici specifici, sono già attive e simili, nel funzionamento e nei processi, a quelle di un individuo adulto.
Uno studio, quello condotto dal team di Maria Concetta Morrone, che porta con sé importanti risvolti in campo medico, e che potrà essere di cruciale importanza nell’analisi e nella cura di disturbi psichici e neurologici dei bambini.
Solo con una corretta mappatura della situazione cerebrale infantile, infatti, sarà possibile sviluppare nuove terapie riabilitative per disturbi critici basati su problemi di sviluppo neurologico, come l’autismo e la paralisi cerebrale.