Ci sono bambini che vivono in questo mondo per pochissimi istanti. Sono bambini con le ali, piccoli angeli che scendono sulla terra solo il tempo necessario per guardare negli occhi i loro genitori e poi tornano nel loro mondo, o almeno è bello crederlo per cercare di contenere un dolore tanto grande quanto quella della perdita di un figlio. Hope, che significa speranza in italiano, è venuta al mondo nonostante un gravissimo problema che le impediva di vivere per più di pochi istanti, ma in quel battito di ciglia ha regalato una speranza di vita ad altre persone.
Questa è la commovente storia di una coppia inglese, Emma e Andrew Lee. Emma è incinta di due gemelli, un maschio e una femmina, ma le cose non sono semplici. La bambina, infatti, è affetta da una forma di anancefalia letale. In parole semplici la bambina ha la scatola cranica e il cervello parzialmente formati e quindi non avrebbe potuto vivere più di qualche istante o qualche giorno, così come sarebbe potuta nascere morta. In genere quando tramite la morfologica si riscontra questo problema, si propone alla madre l’aborto selettivo, anche per evitare di aggiungere dolore al dolore. Emma però non ha accettato e ha voluto comunque dare alla luce la sua creatura.
Nascono così, nel Addenbrookès Hospital di Cambridge i due gemellini. Nasce per prima Hope, e subito dopo il suo gemello. Hope vive solo 75 minuti, il tempo di stringere con la sua piccola manina il dito del suo papà. I due genitori avevano intanto deciso di donare gli organi della piccola, soprattutto i reni che per la loro conformazione sono adatti a un trapianto anche se così piccoli. Hope è diventata così la donatrice di organi più piccola della Gran Bretagna, ma con la sua breve vita ha regalato una speranza ad altre persone che tramite lei potranno finalmente vivere una vita normale. E allora nessun nome poteva per lei essere più adatto di questo. Speranza, Hope.