Quando si parla di alimentazione in gravidanza, si apre un capitolo molto vasto e spesso poco conosciuto alle future mamme: il medico curante generalmente prescrive delle diete (o, comunque, delle indicazioni alimentari) che servono alla salute della mamma e del bambino; sebbene i dottori forniscano delle spiegazioni sul perché certi alimenti facciano più bene di altri, noi mamme – prese da mille pensieri – finiamo per perderci e viviamo la dieta in gravidanza come un decalogo di cose da fare e non fare. Tra i temi più discussi vi è quello che prevede l’assunzione di ferro in gravidanza, elemento indispensabile nella dieta di una gestante.
Fegato e frattaglie, frutta secca e legumi, ad esempio, sono alcuni alimenti ricchi di ferro che una donna in gravidanza dovrebbe consumare con regolarità. Il ferro, infatti, è un elemento molto importante perché garantisce il trasporto dell’ossigeno nel corpo e il suo utilizzo nei tessuti, ma anche il funzionamento di diversi enzimi (ad esempio quello per la produzione di energia).
Il ferro, inoltre, contribuisce alla neuroplasticità (cioè alla connessione di cellule celebrali da cui dipende la qualità dei nostri pensieri e dei nostri ragionamenti), allo sviluppo delle funzioni legate alla memoria e di apprendimento.
Per questo, insomma, il ferro in gravidanza è importantissimo e, sia prima che durante la gestazione, bisogna verificare che i livelli siano adeguati; tuttavia, anche per il ferro, vale il detto che il troppo storpia: dosi eccessive di ferro possono nuocere alla salute di mamma e bambino, portando non solo malesseri come diarrea e dolori addominali, ma anche alla formazione di radicali liberi dell’ossigeno.
Stabilire la quantità di ferro necessaria per ogni singola situazione è di competenza del medico curante che, con regolari controlli, terrà d’occhio se il ferro presente nel nostro corpo sia sufficiente e provvederà, se del caso, alla prescrizione di idonei integratori.