Molto più spesso di quanto si possa pensare le dipendenti in maternità non percepiscono le somme spettanti nonostante il datore di lavoro abbia dichiarato che l’indennità sia stata effettivamente versata. Questo perché purtroppo, è innegabile dirlo, ci sono datori di lavoro scorretti.
Come tutelarsi di fronte all’omesso versamento del contributo? Si può denunciare il datore di lavoro che comunque ha emesso una dichiarazione non rispondente al vero? Vediamo a tal proposito come si è pronunciata la Cassazione.
Illecito amministrativo o reato penale?
La sentenza emessa afferma che non siamo di fronte a un reato ma piuttosto di fronte a un illecito amministrativo. Il datore di lavoro si sta indebitamente appropriando a danno dello Stato. Il reato penale scatta dai quattromila euro in su, ma rimanendo al di sotto di questa cifra, il datore di lavoro non commette un reato punibile ai sensi del Codice Penale. La sanzione irrogata sarà solo di tipo amministrativo.
Come tutelare il proprio diritto all’assegno di maternità?
Se il datore di lavoro si comporta in modo scorretto, se ci troviamo nel caso della somma inferiore ai quattromila euro, si può sempre segnalare l’episodio all’Ispettorato del Lavoro che provvederà a effettuare l’ispezione. La convocazione delle parti può essere utile per un’eventuale conciliazione.
Nel caso si può proseguire con un decreto ingiuntivo. A quel punto l’azienda ha quaranta giorni di tempo per regolarizzare la situazione. Diversamente dovrà subire un’esecuzione forzata. Ma se il datore di lavoro non ha effettuato il bonifico con regolare trasferimento delle somme, diventa veramente difficile dimostrare il contrario.
Per fare un calcolo di massima di quanto spetta, giova ricordare che l’indennità di maternità equivale all’80% della retribuzione calcolata sull’ultimo mese di lavoro.