Una scatola al posto della culla, già da qualche decennio in Finlandia i neonati dormono così, nelle baby box: si tratta di scatole di cartone di piccole dimensioni (poco più grandi delle scatole per le scarpe) in cui il bambino ha tutto ciò che gli serve per il buon riposo.
Alle mamme italiane quest’usanza potrebbe far storcere il naso, o quantomeno apparire strana, eppure quello delle baby box è un successo che cresce in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Sudafrica, passando per Argentina, Colombia e Zambia. Sulla scia di questo successo, Karima Ladhani – dottoranda dell’Università di Harvard – ha lanciato un progetto per realizzare e distribuire queste scatole in tutta l’Asia del Sud.
Ma perché le baby box piacciono tanto? È presto detto, perché rappresentano per il bambino un ambiente confortevole e privo di giocattoli, cuscini o altri oggetti che potrebbero rivelarsi pericolosi durante il sonno, rischiando di soffocarlo. Non può essere un caso, infatti, se dall’adozione delle baby box ad oggi in Finlandia il tasso di mortalità infantile (al di sotto di un anno di età) è sceso dal 10% allo 0,3%.
In Finlandia, la diffusione delle baby box è sostenuta dal governo, che fornisce gratuitamente ai neo genitori queste scatole al cui interno ci sono non soltanto materasso e lenzuolini, ma anche tutine, termometro per il bagnetto e pannolini, mentre mancano ciuccio e biberon, perché si ritiene che questi oggetti possano scoraggiare la pratica dell’allattamento al seno. A livello simbolico, la baby box risponde a un criterio di uguaglianza, dal momento che viene distribuita senza distinzioni di reddito: l’unica condizione per ottenerla è che la futura mamma si sia sottoposta a un controllo medico entro le prime quattro settimane di gravidanza.
Ad oggi le baby box sono esportate in circa trenta paesi del mondo. E voi mamme italiane, cosa pensate di queste moderne culle di cartone?
La potrebbe dare lo stato…
Si potrebbe acquistare in Italia?